American
Heart Association or Mediterranean Diet Improves Cardiovascular Outcomes
After Myocardial Infarction Trial
Tuttle KR
American College of Cardiology's 56th Annual Scientific Session, March
24-27, 2007 New Orleans
La
dieta mediterranea, che privilegia il consumo di acidi monoinsaturi
(olio di oliva) e omega 3, è stata associata alla riduzione
del rischio cardiovascolare. LAmerican Heart Association,
tuttavia, raccomanda tuttora ai pazienti colpiti da un attacco di
cuore un altro tipo di dieta che prevede, oltre a un minore apporto
di colesterolo, una riduzione più ampia dellintroito
di grassi totali.
Uno studio presentato allAnnual Scientific Sessions dellAmerican
College of Cardiology ha confrontato gli effetti delle due diete
su 101 soggetti che fossero stati colpiti da infarto del miocardio
nelle sei settimana precedenti i quali sono stati assegnati a seguire
uno dei due regimi dietetici per quasi 4 anni. Tutti i partecipanti
hanno avuto due incontri individuali con un dietista nel corso del
primo mese di trial e poi ancora al 3°, al 6°, al 12°,
al 18° e al 24° mese di intervento. Inoltre, nel corso dei
primi 24 mesi hanno seguito sei o più lezioni di gruppo di
educazione nutrizionale.
Entrambe le diete raccomandavano di non superare i 200 mg giornalieri
di colesterolo e di mantenere la percentuale di grassi saturi consumati
al di sotto del 7%; la dieta mediterranea prevedeva, tuttavia, una
quota superiore di grassi monoinsaturi e di omega 3 (più
dello 0,75% delle calorie totali, rispetto allo 0,3-0,45% della
dieta AHA) e una riduzione del consumo di carboidrati. Al termine
dei 46 mesi di follow-up non sono state evidenziate differenze significative
tra i partecipanti che seguivano le due diete per quanto riguarda
il numero di decessi e lincidenza di infarti del miocardio,
angina instabile, ictus o ricoveri ospedalieri per insufficienza
cardiaca congestizia. Inoltre, confrontando i risultati dello studio
con i dati relativi a 101 pazienti colpiti da attacco di cuore e
che avevano ricevuto le cure abituali, ma non avevano ricevuto indicazioni
dietetiche, nei partecipanti allo studio il rischio di complicazioni
cardiovascolari si è ridotto di due terzi.
Entrambe le diete, infine, hanno migliorato in maniera simile il
profilo lipidico dei pazienti a riprova del fatto che, in seguito
ad un evento cardiaco, accanto alla tradizionali cure farmacologiche
un approccio di tipo nutrizionale può aiutare a ridurre complicazioni
e ricadute.