Uguale
efficacia della dieta mediterranea e di una povera in grassi nella prevenzione
cardiovascolare
Comparison
of low-fat versus mediterranean-style dietary intervention after first
myocardial infarction (from the Heart Institute of Spokane Diet Intervention
and Evaluation Trial)
Tuttle KR, Shuler LA, Packard DP, Milton JE, Daratha
KB, Bibus DM, Short RA.
Am J Cardiol. 2008 Jun 1;101(11):1523-30
Non
è definitivamente accertato se la Dieta mediterranea possa
essere più efficace nel ridurre gli eventi cardiovascolari
e la mortalità rispetto ad una dieta povera in grassi. Lobiettivo
principale del The Heart Institute of Spokane Diet Intervention
and Evaluation Trials (THIS - DIET) è stato quello di confrontare
in uno studio clinico randomizzato e controllato una dieta convenzionale
povera di grassi (< 30% kcal) con una Dieta mediterranea rispetto
agli effetti preventivi su mortalità ed eventi cardiovascolari
in soggetti con pregresso infarto del miocardio (MI).
Le due diete valutate erano entrambe povere di acidi Grassi saturi
(= 7% kcal) e Colesterolo (= 200 mg/day); la Dieta mediterranea
si distingueva per la presenza di un maggiore contenuto in grassi
(30-40% kcal) e in acidi grassi omega-3 (= 0,75% kcal vs 0,30-0,45
kcal della dieta povera in grassi)). I risultati ottenuti, espressi
in termini di soggetti liberi da eventi (end point composito di
morti per tutte le cause e cardiache ed eventi cardiovascolari fatali
e non fatali), non hanno evidenziato differenze significative tra
il gruppo con dieta povera di grassi (42 su 50) e quello con Dieta
mediterranea (43 su 50) in un periodo di tempo di circa 46 mesi.
I pazienti che hanno ricevuto uno dei due regimi dietetici hanno
comunque mostrato un risultato favorevole (85 su 101) rispetto al
gruppo controllo (61 su 101).
I due regimi dietetici erano caratterizzati da un basso apporto
di Colesterolo e acidi Grassi saturi, ma solo i soggetti che hanno
ricevuto la Dieta mediterranea hanno aumentato il consumo di omega-3.
Dal momento che né eventi cardiovascolari né fattori
di rischio differiscono tra i due gruppi trattati, lo studio THIS
DIET non supporta lipotesi che lincremento del
consumo di acidi omega-3, assunti principalmente dal pesce, possa
avere maggiore beneficio rispetto ad una dieta povera in Colesterolo
e acidi Grassi saturi.
Negli studi precedenti, il Lyon Diet Heart Study e lIndo-Mediterranean
Diet Heart Study, che hanno suggerito il ruolo fortemente protettivo
degli omega-3, non era stato raggiunto il basso contenuto di grassi
nella dieta di riferimento preso in considerazione nel presente
studio. Resta quindi da stabilire se laggiunta di omega 3
ad una dieta povera in grassi possa comportare o meno un beneficio
aggiuntivo. In conclusione, lo studio THIS DIET dimostra
che lintervento attivo con entrambe le diete, quella povera
di grassi e la Dieta mediterranea, porta in generale a simili benefici
in termini di riduzione degli eventi cardiovascolari in pazienti
con precedente infarto del miocardio.
Whether
a Mediterranean-style diet reduces cardiovascular events and mortality
more than a low-fat diet is uncertain. The objectives of this
study were to actively compare low-fat and Mediterranean-style
diets after first myocardial infarction (MI) in a randomized,
controlled clinical trial and to compare dietary intervention
per se with usual care in a case-control analysis. First MI survivors
were randomized to a low-fat (n = 50) or Mediterranean-style (n
= 51) diet. The 2 diets were low in saturated fat (< or =7%
kcal) and cholesterol (< or =200 mg/day); the Mediterranean-style
diet was distinguished by greater omega-3 fat intake (>0.75%
kcal). Participants received individual dietary counseling sessions,
2 within the first month and again at 3, 6, 12, 18, and 24 months,
along with 6 group sessions. Combined dietary intervention groups
(cases, n = 101) were compared with a usual-care group (controls,
n = 101) matched for age, gender, MI type and treatment, and status
of diabetes mellitus and hypertension. Primary-outcome-free survival
(a composite of all-cause and cardiac deaths, MI, hospital admissions
for heart failure, unstable angina pectoris, or stroke) did not
differ between low-fat (42 of 50) and Mediterranean-style (43
of 51) diet groups over a median follow-up period of 46 months
(range 18 to 72; log-rank p = 0.81). Patients receiving dietary
intervention had better primary-outcome-free survival (85 of 101)
than usual-care controls (61 of 101) (log-rank p <0.001), with
unadjusted and adjusted odds ratios of 0.33 (95% confidence interval
0.18 to 0.60, p <0.001) and 0.28 (95% confidence interval 0.13
to 0.63, p = 0.002), respectively. In conclusion, active intervention
with either a low-fat or a Mediterranean-style diet similarly
and significantly benefits overall and cardiovascular-event-free
survival after MI.