Acidi
grassi polinsaturi della dieta e proprietà anti-aterosclerosclerotiche
delle HDL
Replacement
of dietary saturated FAs by PUFAs in diet and reverse cholesterol transport
Kralova Lesna I, Suchanek P, Kovar J, Stavek P,
Poledne R
J Lipid Res. 2008 Nov;49(11):2414-8
La
Correlazione inversa tra livelli di Colesterolo HDL (C-HDL) e rischio
cardiovascolare è documentata da numerosi studi osservazionali.
Meno conclusivi sono invece i risultati degli studi di intervento
mirati ad aumentare le concentrazioni plasmatiche di questa classe
lipoproteica, nei quali non sempre si osserva latteso effetto
protettivo. Inoltre, soggetti con bassi livelli di C-HDL su base
genetica, non mostrano necessariamente un aumentato rischio cardiovascolare.
Queste ed altre osservazioni suggeriscono che la concentrazione
plasmatica di C-HDL totale sia un indicatore solo in parte adeguato
del rischio cardiovascolare. Le HDL appartengono infatti ad una
classe estremamente eterogenea di lipoproteine e solo alcune frazioni
di esse potrebbero avere le caratteristiche funzionali necessarie
per svolgere una funzione protettiva sulla parete delle arterie.
Questo studio è stato condotto con lo scopo di valutare se
la riduzione delle HDL che spesso si manifesta come effetto
indesiderato di una dieta ricca in acidi grassi polinsaturi
(PUFA) abbia un reale significato funzionale, ovviamente di segno
opposto agli effetti favorevoli di riduzione del C-LDL (Colesterolo
LDL) che questi acidi grassi inducono.
Il disegno sperimentale crossover si è basato sulla valutazione
della capacità del siero di 14 soggetti che hanno seguito
una dieta ricca di Grassi saturi o polinsaturi di promuovere la
rimozione di Colesterolo da macrofagi in cultura arricchiti di Colesterolo.
La rimozione delleccesso di Colesterolo dai macrofagi presenti
nella lesione aterosclerotica è infatti considerata uno dei
meccanismi protettivi principali delle HDL. I risultati hanno dimostrato
che la dieta ricca in PUFA riduce significativamente i livelli di
C-HDL senza alterare la capacità del siero di rimuovere il
Colesterolo dai macrofagi.
Si può quindi concludere che una dieta ricca in PUFA si conferma
quale strategia primaria per il controllo non farmacologico della
colesterolemia LDL e che la concomitante riduzione del C-HDL non
ha, probabilmente, alcun effetto clinicamente rilevante.
Dietary
intervention is the first and usually successful approach in the
treatment of high LDL cholesterol (LDL-C) concentration, but it
is frequently accompanied by a decrease in HDL concentration.
We studied 14 male volunteers on two different diets, high saturated
fatty acid (SFA) and high PUFA, in a crossover design to test
whether a decrease in HDL can affect reverse cholesterol transport
from relabeled macrophages. A significant decrease of LDL-C (in
mmol/l) after a PUFA diet compared with an SFA diet from 3.15
+/- 0.65 to 2.80 +/- 0.56 (P < 0.01) was accompanied by a significant
decrease of HDL cholesterol (HDL-C) (in mmol/l) from 1.21 +/-
0.30 to 1.10 +/- 0.32 (P < 0.05). These changes did not affect
cholesterol efflux (CHE) from macrophages (9.74 +/- 1.46% vs.
9.53 +/- 1.41%). There was no correlation between individual changes
of HDL-C and changes of CHE. It is concluded that the decrease
of HDL-C after successful dietary intervention of LDL-C is not
accompanied by a decrease of CHE.