Dietary
fibre intake is inversely associated with carotid intima-media thickness:
a cross-sectional assessment in the PREDIMED study
Buil-Cosiales P, Irimia P, Ros E, Riverol M, Gilabert
R, Martinez-Vila E, Núñez I, Diez-Espino J, Martínez-González
MA, Serrano-Martínez M.
Eur J Clin Nutr. 2009 Oct;63(10):1213-9.
Il
consumo di fibre con la dieta è associato a numerosi effetti
favorevoli per la salute, tra i quali la riduzione del rischio cardiovascolare.
Si raccomanda infatti, nellambito di una sana alimentazione,
lassunzione di almeno 25-30g al giorno di fibre.
In questo studio è stata valutata lassociazione tra
i livelli di assunzione di fibre alimentari e lo sviluppo dellaterosclerosi,
determinato come spessore della parete carotidea (IMT), in una popolazione
anziana non coronaropatica, ma ad elevato rischio cardiovascolare,
reclutata in Spagna.
Lo spessore medio intimale della carotide, che è predittivo
dellincidenza di eventi cardiovascolari futuri, è stato
misurato con tecniche ultrasonografiche in circa 450 uomini e donne
di età compresa tra i 55 e i 75 anni, che sono stati suddivisi
in quartili in relazione al consumo giornaliero di fibre. Gli autori
hanno registrato una correlazione inversa, di modesta entità
ma statisticamente significativa, tra lo spessore medio intimale
e i livelli di assunzione di fibre. In particolare tra i consumatori
di più di 35 g al giorno di fibre, soprattutto con la frutta,
è stato rilevato uno spessore medio intimale significativamente
ridotto rispetto ai consumatori di meno di 25 g/die.
Questi risultati confermano i benefici del consumo di fibre solubili
o insolubili alle dosi raccomandate e suggeriscono che un apporto
totale di più di 35 g al giorno di fibre possa ridurre laterosclerosi
carotidea, contribuendo così alla riduzione del rischio cardiovascolare
osservato nei soggetti con una dieta a base di cibi, come la frutta,
ricchi di fibre.
OBJECTIVE:
To assess the association between the intake of dietary fibre
and carotid intima-media thickness (IMT) in a Mediterranean population
at high cardiovascular risk. METHODS: Baseline cross-sectional
assessment of 457 men and women (average age 67 years) from two
different Spanish centres of the PREDIMED trial. A previously
validated food frequency questionnaire (137 food items) was administered
by trained dieticians in a face-to-face interview. Mean common
carotid IMT was measured using B-mode ultrasound imaging of the
right and left carotid arteries by four certified sonographers
who used a common protocol. Anthropometric and blood pressure
measurements were performed and samples of fasting blood were
obtained. Participants were categorized into four groups (roughly
quartiles: < or =21; >21 to < or =25; >25 to <
or =31 and >31 g/day) of energy-adjusted intake of dietary
fibre. Multiple linear regression models were used to adjust for
age, sex, centre, smoking, body mass index, diabetes, blood pressure,
lipid levels and statin use. RESULTS: In the crude analyses, energy-adjusted
fibre intake showed a significant inverse correlation with IMT
(r=-0.27, P<0.001). In multivariate analyses, a modest, though
statistically significant (P=0.03) inverse association between
energy-adjusted fibre intake and IMT was also found. The multivariate-adjusted
difference in average IMT was -0.051 mm (95% confidence interval:
-0.094 to-0.009, P=0.02) for participants whose intake was >35
g/day, (n=47) when compared with those whose intake was <25
g/day (n=224). CONCLUSIONS: Our results suggest that high fibre
intake is inversely associated with carotid atherosclerosis.