INTERLEUKIN-18 IS A STRONG PREDICTOR OF CARDIOVASCULAR DEATH IN STABLE AND UNSTABLE ANGINA Blankenberg S,
Tiret L, Bickel C, Peetz D, Cambien F, Meyer J, Rupprecht HJ; AtheroGene
Investigators |
L'INTERLEUCHINA 18, UN NUOVO INDICATORE IN GRADO DI PREDIRRE IL RISCHIO CARDIOVASCOLARE IN PAZIENTI CON CAD DOCUMENTATO I processi infiammatori,
svolgono un ruolo fondamentale nella genesi, nello sviluppo e nella rottura
della placca aterosclerotica. Pertanto numerosi marker di infiammazione
possono essere ritenuti potenziali indicatori in grado di predire il rischio
cardiovascolare. Blankeberg e colleghi hanno identificato i livelli serici
di IL-18 come un potente fattore indipendente, in grado di predire la
morte per cause cardiovascolari in pazienti con CAD documentato, indipendentemente
dallo stato clinico all'ammissione. Fino ad oggi studi su animali da esperimento
avevano evidenziato un aumento dell'espressione di IL-18 nelle placche
aterosclerotiche che si pensa media a livello locale il rilascio di interferone-gamma.
Inoltre l'inibizione della IL-18 aveva effetti benefici sulla progressione
e sulla composizione della placca. Elevati livelli di IL-18 sono stati
identificati in pazienti con infarto miocardico acuto, tuttavia ad oggi
mancavano dati sull' impatto prognostico dei livelli di IL-18 per eventi
cardiovascolari. La lacuna è stata colmata da Blankeberg e colleghi che
hanno condotto uno studio prospettico, su 1229 pazienti con un danno coronarico
documentato (CAD), sono state misurate le concentrazioni ematiche al basale
di IL-18 e di altri marker di infiammazione. Durante il periodo del follow-up
(mediana 3,9 anni), 95 pazienti sono deceduti per cause cardiovascolari.
Le concentrazioni seriche mediane di IL-18 sono risultate significativamente
più alte tra i soggetti che avevano avuto un evento cardiovascolare fatale,
piuttosto che tra gli individui che non avevano subito un tale danno (68,4
pg/mL vs 58,7 pg/mL; p<0.0001). Il rischio di un decesso cardiovascolare
aumentava con l'aumento dei livelli di IL-18 (hazard risk ratio [HR] 1,46;
IC 95%, 1,21-1,76; p<0.0001). Dopo aver aggiustato per i potenziali fattori
di confondimento, inclusi marker dell'infiammazione quali IL-6, proteina
C-reattiva (CRP) e fibrinogeno, questa correlazione rimaneva pressoché
invariata, così i pazienti nel quartile più alto per i livelli di IL-18
presentavano un aumento dell'HR di 3,3 volte rispetto ai soggetti nel
primo quartile (IC 95%, 1,3-8,4; p=0,01). Questa relazione è stata osservata
sia in pazienti con angina stabile che in pazienti con angina instabile
al basale. Lo studio ha pertanto indicato il livello serico di IL-18 come
un potente fattore indipendente, in grado di predire la morte per cause
cardiovascolari in pazienti con CAD documentato. Questo risultato supporta
fortemente le recenti evidenze sperimentali di come l'infiammazione mediata
dall'IL-18 porti ad una progressione della placca aterosclerotica e ad
un aumento della sua vulnerabilità, suggerendo oltre all'utilizzo di questo
parametro per predire la malattia coronarica, la possibilità di stabilizzare
la placca aterosclerotica attraverso un approcio che porti alla inibizione
della sintesi o dell'attività di IL-18. |