STATIN THERAPY, CARDIOVASCULAR EVENTS, AND TOTAL MORTALITY IN THE HEART AND ESTROGEN/PROGESTIN REPLACEMENT STUDY (HERS)

David M. Herrington, MD, MHS; Eric Vittinghoff, PhD; Feng Lin, MS; Josephine Fong, MS; Fran Harris, MS; Donald Hunninghake, MD; Vera Bittner, MD; Helmut G. Schrott, MD; Roger S. Blumenthal, MD; Robert Levy, MD†; for the HERS Study Group
Circulation 2002; 105: 2962-2967

ABSTRACT:
Background Although effects of statins on cardiovascular outcomes are well established in men, fewer data exist for women. Furthermore, the effects of statins plus hormone replacement therapy (HRT) on cardiovascular outcomes are uncertain.
Methods and
Results We examined statin use, cardiovascular events, and total mortality in the Heart and Estrogen/progestin Replacement Study (HERS), a randomized clinical trial of estrogen plus progestin versus placebo in postmenopausal women with heart disease (n52763). A nonrandomized comparison of statin users and nonusers revealed lower rates of the primary outcome, nonfatal myocardial infarction or coronary heart disease death (relative hazard [RH]50.79, 95% confidence intervals [CI] 0.63 to 0.99, P50.04), and total mortality (RH50.67, 95% CI 0.51 to 0.87, P50.003). Rates of venous thromboembolic events were also lower among statin users (RH50.45, 95% CI 0.23 to 0.88, P50.02). HRT resulted in a significant increase in early risk for primary events in women who did not use statins (RH51.75, 95% CI 1.02 to 3.03, P50.04) but not in statin users (RH51.34, 95% CI 0.63 to 2.86, P50.45). Adjustment for postrandomization statin use showed no effect of HRT on risk for the primary outcome (RH50.96, 95% CI 0.77 to 1.29; P50.72). Conclusions In HERS, statin use was associated with lower rates of cardiovascular events, venous thromboembolic events, and total mortality. These data provide strong support for statin use in eligible women with coronary disease.


TERAPIA CON STATINE, EVENTI CARDIOVASCOLARI E MORTALITA' TOTALE NELLO STUDIO HERS

Secondo le stime più recenti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità entro il 2005 il numero di donne ultracinquantenni supererà il miliardo. Di conseguenza, la popolazione di donne in postmenopausa è destinata a raggiungere numeri ad oggi senza precedenti, rendendo ancora più impellente la necessità di individuare interventi efficaci per la prevenzione delle patologie a medio e lungo termine associate alla menopausa. Questo è particolarmente vero per quanto riguarda le malattie cardiovascolari, che rappresentano la principale causa di mortalità e morbilità nella donna. Attualmente, il trattamento di scelta per la prevenzione della malattia coronarica nella donna a rischio cardiovascolare è rappresentato dalle statine, come documentato dallo studio HPS (Heart Protection Study) che ha mostrato una riduzione significativa di morbilità e mortalità cardiovascolari nelle donne in terapia con statina. Esistono tuttavia relativamente pochi dati riguardo gli effetti cardiovascolari delle statine associate alla terapia ormonale sostitutiva (HRT). Per quanto concerne il metabolismo lipidico, una serie di trials clinici a breve termine e l'osservazione epidemiologica indicano come l'uso combinato delle statine con la HRT sia associato a livelli di colesterolo LDL inferiori e di colesterolo HDL superiori rispetto a quelli riscontrati per le due terapie prese singolarmente. Dal punto di vista dei marker biochimici di rischio cardiovascolare indipendenti dai lipidi, la capacità delle statine di ridurre i livelli plasmatici di proteina C reattiva rappresenta un potenziale vantaggio per quel che concerne il rischio di effetti avversi associati alla HRT, il cui impiego è di norma correlato ad un aumento di tale proteina. In termini di eventi cardiovascolari, un'analisi retrospettiva non randomizzata effettuata nell'ambito dello studio HERS (Heart and Estrogen/Progestin Replacement Study), pubblicata lo scorso giugno su Circulation (vol. 105, pag. 2962-2967), mostra come l'incidenza di infarto miocardico non fatale, mortalità coronarica e mortalità totale sia risultata inferiore nelle donne in terapia con statine rispetto alle donne che non assumevano tali farmaci. I dati, retrospettivi, dimostrano inoltre un numero inferiore di eventi tromboembolici nelle donne che assumevano statine. Secondo quanto emerso da tale analisi, delle 2763 donne in postmenopausa arruolate nel HERS, 1004 (36,3%) assumevano statine già all'inizio dello studio e 708 hanno iniziato una terapia con statina nel corso del trial* . In entrambi i casi, l'incidenza di infarto miocardico o morte coronarica è risultata inferiore nelle donne che assumevano statine, con un rischio relativo complessivo pari a 0,79 (CI 95% 0,63-0,99, P=0,04). Lo stesso dicasi per la mortalità totale, risultata significativamente inferiore in associazione all'impiego di statine (RR=0,67, CI 95% 0,51-0,87, P=0,003). Nel complesso, i dati in questione forniscono una valutazione preliminare degli effetti del trattamento combinato di statine e HRT sugli eventi cardiovascolari nelle donne in postmenopausa con malattia coronarica. Tali dati, tuttavia, emergono da un'analisi retrospettiva, non randomizzata, e come tali presentano una serie di limitazioni (quali l'uso non randomizzato di statine o la mancanza di informazioni dettagliate in merito al tipo di statina e alle dosi di trattamento) che ne impongono la conferma attraverso studi prospettici, con obiettivi mirati a valutare il potenziale beneficio clinico dell'associazione statine/HRT rispetto alla terapia con sole statine.

* Il ricorso alle statine è stato più frequente nel gruppo placebo rispetto al gruppo in trattamento con HRT (385 vs. 323 rispettivamente, P= 0,005).

Alberto Corsini, Roberta Baetta - Dipartimento di Scienze Farmacologiche, Università di Milano