FARMACI ANTINFIAMMATORI NON STEROIDEI E RISCHIO DI EVENTI CORONARICI Ray WA, Stein CM,
Daugherty JR, Hall K, Arbogast PG, Griffin MD |
COMMENTO L'articolo di Ray e collaboratori è uno studio di tipo retrospettivo che indica come farmaci non steroidei antinfiammatori, quale per esempio il naxoprene, non avrebbero alcun effetto sugli eventi cardiovascolari. Gli autori concludono che non si intravede la necessità di indicazione per utilizzare questi farmaci nella cardio protezione, lo studio inoltre si inserisce nella diatriba riguardante se un inibitore della COX-2 a dosi superiori dei 25 mg (Rofecoxib) potesse indurre un eccesso di eventi coronarici. I dati derivati dalla letteratura sembrano, infatti, indicare questa possibilità. In questo studio di tipo retrospettivo di coorte, che ha ricavato i dati dal Tennessee Medicaid programme, si è voluto valutare l'intervenire di CHD in soggetti non utilizzatori di questi farmaci (n=202.916) o in utilizzatori di Rofecoxib (n=24.132) o altri farmaci antinfiammatori non steroidei (n=151.728) Ad una analisi attenta è emerso che l'utilizzo di ibuprofene, naxoprene e celecoxib non ha modificato in modo significativo il numero di eventi nei soggetti trattati rispetto ai non users. Gli utilizzatori di Rofecoxib ad una dose < a 25 mg presentavano una rate di eventi del tutto analoga a quello degli utilizzatori di farmaci antinfiammatori non steroidei , sia selettivi che non selettivi per la COX-2, ed ai controlli non trattati. Il Rofecoxib utilizzato a dosaggi superiori a 25 mg aumentava, invece, in modo significativo, il rischio di nuovi eventi cardiovascolari. E' chiaro dunque che sulla base di questi risultati retrospettivi l'utilizzo di Rofecoxib dovrebbe essere limitato a 25 mg o meno/die. Tuttavia è bene notare che uno studio di questo tipo non può vicariarie l'evidenza che emerge dai uno studio prospettico di intervento. E' quindi necessario uno studio prospettico che compari le diverse dosi di Rofecoxib per poter documentare in modo inconfutabile le indicazioni di questi studi. Per quanto riguarda la pratica clinica vige il principio della precauzione ed appare quindi sconsigliabile l'utilizzo di dosi maggiori di 25 mg die di Rofecoxib. Alberico L. Catapano, Dipartimento di Scienze Farmacologiche, Milano |