DIETARY INTAKE OF ANTIOXIDANTS AND RISK OF ALZHEIMER DISEASE

Engelhart MJ, Geerlings MI, Ruitenberg A, van Swieten JC, Hofman A, Witteman JC, Breteler MM
JAMA 2002 Jun 26;287(24):3223-9

ASSUNZIONE DI ANTIOSSIDANTI CON LA DIETA E RISCHIO DI MALATTIA DI ALZHEIMER

Riassunto

Background:
ricerche di laboratorio hanno suggerito che lo stress ossidativo può contribuire alla patogenesi della malattia di Alzheimer. Pertanto, è possibile che il rischio di malattia di Alzheimer possa essere ridotto dall'assunzione di antiossidanti che si oppongano all'effetto deleterio dello stress ossidativo.
Obiettivo: lo scopo di questo studio è quello di determinare se l'assunzione con la dieta di antiossidanti correla con il rischio di malattia di Alzheimer.
Disegno e setting: studio di Rotterdam, uno studio prospettico di coorte condotto sulla popolazione olandese.
Partecipanti: un totale di 5395 partecipanti che, all'inizio dello studio (1990-1993) avevano almeno 55 anni, non presentavano sintomi di demenza, non erano ricoverati in strutture residenziali, e per i quali si aveva un'attendibile valutazione della dieta. I pazienti sono stati rianalizzati nel 1993-1994 e nel 1997-1999 e monitorati di continuo per l'incidenza di demenza.
Misurazioni: incidenza della malattia di Alzheimer, basata sui criteri del testo "Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders" terza edizione rivista (DSM-III-R) e sui criteri del National Institute of Neurological and Communicative Disorders Association (NINCDS-ADRDA), in relazione all'assunzione di ß-carotene, flavonoidi, vitamina C e vitamina E con la dieta.
Risultati: dopo un follow-up medio di 6 anni, 197 partecipanti hanno sviluppato demenza e, di questi, 146 malattia di Alzheimer. Dopo correzione per età e sesso, punteggio iniziale del Mini-Mental State Examination, consumo di alcool, istruzione, abitudini di fumo, consumo annuo di pacchetti di sigarette, indice di massa corporeo, assunzione calorica totale, presenza di placche carotidee e uso di supplementazioni con antiossidanti, un elevato apporto di vitamina C ed E era associata con un più basso rischio di malattia di Alzheimer. Il rischio relativo (RR) per l'incremento di assunzione pari ad 1 deviazione standard (SD) era di 0,82 (IC 95%: 0,68-0,99) e 0,82 (IC95%: 0,66-1,00), rispettivamente. Tra i fumatori, questa associazione era più marcata. Il RR era infatti pari a 0,65 (IC95%: 0,37-1,14) ed a 0,58 (IC 95%: 0,30-1,12) rispettivamente, e la protezione si osservava anche per l'assunzione di ß-carotene (RR: 0,49; IC 95%: 0,27-0,92) e flavonoidi (RR: 0,54; IC 95%: 0,31-0,96). L'associazione non era modificata considerando il livello di istruzione o il genotipo dell'apolipoproteina E.
Conclusioni: un elevato consumo di vitamina C ed E con la dieta può abbassare il rischio di malattia di Alzheimer.


Commento

Diversi studi condotti sia in vitro che in vivo (studi epidemiologici) attestano l'esistenza di una correlazione tra stress ossidativo e malattia di Alzheimer. Inoltre, uno studio precedente ha evidenziato che l'apporto di vitamina E è in grado di rallentare la progressione di tale malattia. Pertanto, è nata l'idea che gli antiossidanti assunti con la dieta potessero svolgere un ruolo positivo riducendo il rischio di sviluppare questa malattia. Il presente lavoro esamina appunto la relazione tra l'apporto alimentare di antiossidanti come la vitamina E, la vitamina C ed il ß-carotene ed il rischio di incorrere, nel tempo (6 anni), in una forma di demenza. Pur con i limiti di uno studio osservazionale, questo studio è stato condotto scrupolosamente, correggendo i dati per noti fattori di rischio per malattia di Alzheimer (alcool, età, sesso, impiego di supplementi dietetici) ed escludendo con buona probabilità la presenza di forme subcliniche di demenza. I risultati ottenuti indicano che un elevato apporto alimentare di vitamina C ed E ridurrebbe in modo significativo tale rischio; l'effetto protettivo sarebbe aumentato tra i fumatori. Poiché recentemente uno studio controllato (Heart Protection Study) ha escluso invece che la supplementazione con le stesse vitamine riduca il rischio di demenza, questi dati sottolineano l'importanza di un apporto alimentare (che in genere riflette un'assunzione a lungo termine rispetto alla supplementazione che è limitata nel tempo) delle vitamine antiossidanti. L'apporto alimentare di antiossidanti ha infatti il vantaggio di essere più graduato ed integrato nell'alimentazione e questo potrebbe portare a differenze nell'assorbimento delle vitamine stesse. Sono tuttavia necessari ulteriori studi che valutino l'interessante ipotesi di una relazione causale tra malattia di Alzheimer e apporto alimentare di antiossidanti.

Fonte: ALIMENTAZIONE & PREVENZIONE 2002; 2(4)