PERIPHERAL
BLOOD "ENDOTHELIAL PROGENITOR CELLS" ARE DERIVED FROM MONOCYTE/MACROPHAGES
AND SECRETE ANGIOGENIC GROWTH FACTORS
Rehman J, Li J,
Orschell CM, March KL
Circulation. 2003 Mar 4;107(8):1164-9
ABSTRACT:
BACKGROUND: Endothelial progenitor cells (EPCs) have been isolated
from peripheral blood and can enhance angiogenesis after infusion into
host animals. It is not known whether the proangiogenic effects are a
result of such events as endothelial differentiation and subsequent proliferation
of EPCs or secondary to secretion of angiogenic growth factors. METHODS
AND RESULTS: Human EPCs were isolated as previously described, and
their phenotypes were confirmed by uptake of acetylated LDL and binding
of ulex-lectin. EPC proliferation and surface marker expression were analyzed
by flow cytometry, and conditioned medium was assayed for growth factors.
The majority of EPCs expressed monocyte/macrophage markers such as CD14
(95.7+/-0.3%), Mac-1 (57.6+/-13.5%), and CD11c (90.8+/-4.9%). A much lower
percentage of cells expressed the specific endothelial marker VE-cadherin
(5.2+/-0.7%) or stem/progenitor-cell markers AC133 (0.16+/-0.05%) and
c-kit (1.3+/-0.7%). Compared with circulating monocytes, cultured EPCs
showed upregulation of monocyte activation and macrophage differentiation
markers. EPCs did not demonstrate any significant proliferation but did
secrete the angiogenic growth factors vascular endothelial growth factor,
hepatocyte growth factor, granulocyte colony-stimulating factor, and granulocyte-macrophage
colony-stimulating factor. CONCLUSIONS: Our findings suggest that
acetylated LDL(+)ulex-lectin(+) cells, commonly referred to as EPCs, do
not proliferate but release potent proangiogenic growth factors. The majority
of acetylated LDL(+)ulex-lectin(+) cells are derived from monocyte/macrophages.
The findings of low proliferation and endothelial differentiation suggest
that their angiogenic effects are most likely mediated by growth factor
secretion. These findings may allow for development of novel angiogenic
therapies relying on secreted growth factors or on recruitment of endogenous
monocytes/macrophages to sites of ischemia
COMMENTO:
L'isolamento, la coltura e la caratterizzazione dei precursori endoteliali
circolanti costituisce uno degli obiettivi più interessanti e promettenti
della corrente ricerca. La possibilità di modulare i processi angiogenetici
mediante la somministrazione di precursori circolanti costituisce un obiettivo
terapeutico ambizioso, ma teoricamente possibile.
Molti gruppi di ricerca stanno quindi focalizzando il loro lavoro nel
tentativo di caratterizzare il più possibile la fisiologia di questi
precursori circolanti.
In questi anni, dalla prima dimostrazione nel 1977 dell'esistenza di progenitori
endoteliali circolanti, l'isolamento e la coltura di tali precursori è
risultata quantomai difficile e i risultati ottenuti in parte discordanti.
In quest'ottica si inserisce il lavoro di Rehman e colleghi. Questi autori
hanno infatti isolato i putativi precursori endoteliali circolanti partendo
da buffy coat. Le cellule mononucleate isolate sono state coltivate su
piastre coattate con fibronectina e dopo 4 giorni di coltura sono state
caratterizzate fenotipicamente per la presenza di alcuni antigeni peculiari
della linea monocito/macrofagica (Dil-AcLDL, ulex-lectina-FITC, CD14,
CD163, CD11c, Mac-1, CD45), della linea endoteliale (Dil-AcLDL, ulex-lectina-FITC,
CD31, VE-cadherina, CD34) o dei precursori (AC133, c-kit).
Gli autori hanno riscontrato che le cellule adese alle piastre alla 4
giornata dall'isolamento erano prevalentemente di origine monocito/macrofagica
mentre quelle riconducibili a precursori circolanti endoteliali erano
solo una esigua parte (< del 5%). Gli autori hanno inoltre valutato
la capacità di queste cellule di proliferare e di produrre citochine
angiogenetiche. Rehman e colleghi hanno riscontrato una bassissima capacità
proliferativa delle cellule isolate (0,2%). Queste cellule sono risultate
in grado di produrre diverse citochine come il VEGF, G-CSF e GM-CSF. Gli
autori concludono che quindi le cellule isolate non sono definibili come
precursori endoteliali ma eventualmente precursori angiogenetici di origine
prevalente monocitaria e che eserciterebbero la loro azione angiogenetica
prevalentemente attraverso la sintesi di citochine.
Nonostante che i dubbi sollevati dal lavoro di Rehman e colleghi siano
anche quelli di molti ricercatori, i risultati ottenuti da questo gruppo
vanno ascritti alle condizioni sperimentali usate e descritte nel lavoro
stesso , mentre risultati diversi presenti in letteratura sono stati ottenuti
in condizioni sperimentali (isolamento e coltura) leggermente diverse.
In ultima analisi, questo lavoro conferma la convinzione che se da un
lato alcune dimostrazioni scientifiche presenti in letteratura tendono
a confermare sia l'esistenza dei precursori circolanti che la loro importanza
nei processi angiogenetici, le nostre conoscenze sulle caratteristiche
fisiologiche di queste cellule non sono ancora a tutt'oggi sufficienti
Fabio Pellegatta,
Dipartimento di Scienze Farmacologiche, Milano
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