ADHERENCE
TO A MEDITERRANEAN DIET AND SURVIVAL IN A GREEK POPULATION
Trichopoulou A,
Costacou T, Bamia C, Trichopoulou D.
N Engl J Med 2003; 348:2599-608
RIASSUNTO:
CONTESTO L'assunzione di una dieta mediterranea può migliorare
la longevità, ma dati significativi al riguardo sono ancora limitati.
METODI I ricercatori hanno condotto uno studio prospettico, basato
sul una popolazione greca che ha coinvolto 22043 soggetti adulti i quali
hanno dovuto completare un questionario sulle proprie abitudini alimentari.
L'aderenza alla tradizionale dieta mediterranea è stata stimata
mediante una scala di valori che considerava tutte le caratteristiche
salienti di questo tipo di alimentazione (intervallo di valori da 0 a
9, dove i valori più alti indicano una maggiore aderenza). Gli
autori del lavoro hanno utilizzato il modello di regressione di Cox per
stimare la relazione tra aderenza alla dieta mediterranea e mortalità
totale, come la mortalità per cardiopatia coronarica e mortalità
per cancro, con correzione per età, sesso, indice di massa corporea,
livello di attività fisica e altri potenziali elementi confondenti.
RISULTATI Durante un periodo medio di follow up di 44 mesi, si
sono verificati 275 decessi. Una maggiore aderenza alla dieta mediterranea
è risultata associata ad una riduzione nella mortalità totale
(hazard ratio 0,75, 95% IC 0,64 - 0,87), e nei decessi per malattia coronarica
(hazard ratio corretto 0,67; 95% IC 0,47 - 0,94) o per cancro (hazard
ratio corretto 0,76; 95% IC 0,59 - 0,98).
CONCLUSIONI Una maggiore aderenza alla dieta mediterranea risulta
correlata ad una diminuzione significativa della mortalità totale.
COMMENTO:
Molti studi hanno valutato le associazioni tra tipo di alimentazione e
malattie croniche e da questi è gradatamente emerso un certo consenso
sul ruolo dei fattori nutrizionali nell'eziologia di tali patologie. Durante
gli ultimi 10 anni, numerosi gruppi di ricerca hanno cercato di individuare
modelli alimentari correlati ad un aumento della longevità.
La dieta mediterranea tradizionale è caratterizzata da un alto
consumo di frutta, verdura, cereali, legumi, frutta secca e olio d'oliva,
un basso apporto di grassi saturi, di carne rossa e bianca, un consumo
moderato di pesce e di prodotti freschi (soprattutto in termini di formaggio
e yogurt) e moderata ma regolare risulta l'assunzione di vino durante
e fuori i pasti. L'evidenza epidemiologica che suggerisce gli effetti
benefici sulla salute di questo tipo di alimentazione è emersa
dagli studi classici di Keys.
Gli autori di questo lavoro hanno studiato la relazione tra modello alimentare
mediterraneo e l'aderenza ad esso e mortalità totale in un largo
campione di soggetti (n=28572, età compresa tra i 20 e gli 86 anni)
estrapolato dalla popolazione greca. Le loro abitudini alimentari, fino
all'anno precedente l'arruolamento, sono state stimate in modo quantitativo
attraverso un questionario che comprendeva più di 150 voci, tra
alimenti e bevande comunemente consumate in Grecia. Una parte del questionario
era dedicato alla valutazione dell'attività fisica e al corrispondente
dispendio energetico. I ricercatori hanno poi costruito una scala di valori
per indicare il grado di aderenza dei soggetti alla dieta mediterranea,
attribuendo uno specifico valore (0 o 1) ad ogni variabile considerata.
L'analisi statistica è stata effettuata mediante il modello di
regressione di Cox, corretto per sesso, età, fumo, indice di massa
corporea, circonferenza corporea e attività fisica.
In questo ampio studio di coorte basato sulla popolazione è emerso
che un maggiore grado di aderenza alla dieta mediterranea risulta associato
ad una riduzione della mortalità totale (circa il 25), della mortalità
per coronaropatie e della mortalità per cancro, anche se in quest'ultimo
caso l'evidenza non è così marcata. Questa correlazione
perde però significato statistico quando si valuta il rapporto
tra percentuale di decessi e singoli componenti della dieta mediterranea;
in particolare si osserva che il tasso di mortalità diminuisce
in modo significativo solo nel caso della frutta e delle noci. Una possibile
spiegazione è che gli effetti degli alimenti valutati singolarmente
potrebbero risultare troppo modesti per essere rilevati, mentre invece
sommati tra loro provocano cambiamenti significativi. Inoltre si potrebbe
anche verificare un sinergismo o un'interazione tra i singoli componenti
della dieta in grado di rendere importante l'effetto sulla mortalità.
I risultati di questo lavoro sono compatibili con quelli di altri due
trial randomizzati, condotti sulla prevenzione secondaria delle coronaropatie
attraverso l'uso di varianti della dieta mediterranea.
Le abitudini alimentari, in Grecia come in altri Paesi del mediterraneo,
stanno ormai cambiando rapidamente, con un aumento nel consumo di grassi
saturi e di carboidrati raffinati. Questo lavoro è un'altra testimonianza
del fatto che mantenere abitudini alimentari e stili di vita riconducibili
all'area mediterranea può portare dei vantaggi anche alla salute
delle generazioni future.
Alberico L. Catapano e Alessandra Bertelli, Dipartimento di Scienze Farmacologiche,
Università degli Studi di Milano
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