I
CAMBIAMENTI DELLO STILE DI VITA GIOCANO UN RUOLO IMPORTANTE NELLA RIDUZIONE
DELLE MALATTIE CARDIOVACOLARI
Contesto:
I cambiamenti dello stile di vita risultano essere fondamentali nella
prevenzione di malattie cardiovascolari - ESC Congress 2003 Vienna
Riassunto:
Durante il congresso della Società Europea di cardiologia svoltosi
nel 2003 si è molto discusso sugli effetti che si possono ottenere
cambiando le proprie abitudini di vita. Si è messo in evidenza
come, adottare una combinazione di abitudini definite "salutari"quali
smettere di fumare, seguire una corretta alimentazione, fare esercizio
fisico ed assumere moderatamente dell'alcool riduca il rischio di sviluppare
malattie cardiovascolari.
A sostegno di queste affermazioni sono stati pubblicati alcuni studi.
Nel'86 Keys e coll. pubblicarono il risultato del Seven Counties Study.
Uno studio condotto in sette diversi paesi (Finlandia, Olanda, Iugoslavia,
Italia, grecia, Stati Uniti e Giappone) durato 15 anni su un totale di
12.763 uomini di età compresa tra 40 e 59 anni al momento dell'arruolamento.
Il Nurses' Health Study condotto nel '76 su 120.000 infermiere appartenenti
ad 11 differenti Stati mostra come una combinazione di fattori sovrapponibili
a quelli sopra citati possa ridurre la % di rischio di sviluppare malattie
cardiovascolari. In entrambi gli studi si è pensato d'impoverire
la dieta di acidi grassi saturi arricchendola invece, di acidi grassi
n-3 folati e flavonoidi e notando come ciò può ridurre il
rischio di mortalità per CHD fino all'82% della popolazione generale,
utilizzando quindi un modello dietetico di tipo mediterraneo.
L'adozione di un simile modello dietetico risulta essere valido anche
in caso di prevenzione secondaria come mostra il Lyon Diet Heart Study
iniziato nel'89 e condotto su 423 pazienti in post IMA, dove 219 pazienti
venivano sottoposti ad un regime dietetico di tipo mediterraneo, quindi
povero di proteine e grassi saturi ma ricco in carboidrati, acidi grassi
mono e polinsaturi, frutta, vegetali e fibre. Al gruppo di controllo veniva
invece consegnata una dieta quale quella proposta dallo step I dell'American
Heart Association. Lo studio venne interrotto anticipatamente per una
netta riduzione degli eventi nel gruppo sottoposto a dieta mediterranea,
tanto che non risultava etico far proseguire il gruppo di controllo con
un regime dietetico differente da quello mediterraneo.
Vi è dunque una correlazione fra l'assunzione di acidi grassi saturi
ed una incidenza di sviluppare CHD. Nonostante durante tutti questi studi
non si siano notate grosse differenze dei parametri lipidici (colesterolo
tot., Col LDL trigliceridi), la dieta mediterranea apporta un vantaggio
di cardioprotezione indipendente.
Commento:
L'aterosclerosi e le sue complicanza cardiovascolari rappresentano la
maggior causa di morte nel mondo industrializzato.
La ricerca clinica ed epidemiologica ha considerato molti fattori quali
l'ipertensione, le dislipidemie, l'obesità, il fumo, l'inattività
fisica ed errori dietetici che, se considerati nell'insieme, sono in grado
di predire il rischio di andare incontro a malattie cardiovascolari e
conseguenti complicanze aterosclerotiche. Studi controllati di prevenzione
primaria e secondaria dimostrano che i farmaci ipolipemizzanti rappresentano
un buon strumento terapeutico in grado di ridurre in modo significativo
eventi coronarici fatali e non fatali. Tuttavia ancora oggi molti eventi
con rilevanza clinica si verificano in soggetti con un RCV medio-basso.
In questi soggetti risulta essere fondamentale, quindi, un approccio terapeutico
di tipo preventivo senza cioè l'utilizzo di farmaci, ma modificando
tutti quei fattori dietetico-comportamentali che risultano giocare un
ruolo importante nella prevenzione di CHD.
Durante l'ultimo congresso della Società Europea di cardiologia
tenutosi a Vienna si è molto discusso riguardo il problema di una
corretta ed adeguata alimentazione, perché una nutrizione ottimale
risulta essere una condizione indispensabile per salvaguardare un buono
stato di salute.
Risulta essere fondamentale ridurre l'apporto eccessivo dei grassi saturi
nella dieta vista la correlazione tra metabolismo lipidico e formazione
di lesioni tipiche dell'aterosclerosi. Il primo punto quindi da valutare
è l'utilizzazione della dieta secondo il modello mediterraneo.
Le caratteristiche principali della dieta mediterranea sono l'utilizzo
di alimenti di origine vegetale, l'elevato contenuto in carboidrati complessi,
fibra alimentare, pesce prediligendo alcuni alimenti fondamentali quali
il grano, il pomodoro e l'olio d'oliva e limitando il consumo di cibi
ricchi in acidi grassi saturi..Oltre ai carboidrati complessi e fibre,
la dieta mediterranea contiene una grande quantità di acido oleico,
acidi grassi polinsaturi, folati e fenoli quest'ultimi provenienti per
la maggior parte da olio e vino rosso.Tutte queste componenti contribuiscono
ad abbassare la mortalità per CHD. L'ipotesi più plausibile
potrebbe essere che l'acido oleico e i polifenoli esplicano effetti antiaterogeni
attraverso un'azione diretta sulla parete arteriosa, riducendo l'adesione
dei monociti all'endotelio, prima fase dell'aterogenesi. Tra i componenti
di particolare interesse nella dieta mediterranea ritroviamo anche gli
acidi grassi polinsaturi n-3 (EPA e DHA) contenuti nel pesce e vitamine
antiossidanti che forniscono alcuni nutrienti da considerare come protettivi
nell'insorgenza di malattie cardiovascolari e neoplastiche. Questo perché
gli acidi grassi n-3 svolgono azioni antinfiammatorie ed antiaggreganti,
ipotrigliceridemizzanti e sono in grado di ridurre la PA.
Un altro fattore concomitante alla dieta è rappresentato dall'attività
fisica che, se correttamente e continuativamente svolta è in grado
di prevenire la comparsa di alterazioni fisiche. I vantaggi più
evidenti si possono notare sul sistema cardiovascolare, osteomuscolare
e sull'equilibrio psicologico.
Tutte queste considerazioni trovano un riscontro positivo negli studi
effettuati per valutare la risposta alle modificazioni degli stili di
viat in un gruppo di soggetti con e senza CHD. Tutte queste considerazioni
trovano il loro fondamento in studi quali Nurses'Health Study, il Seven
Countries Study ed il Lyon Diet Heart Study.
L'intervento di tipo dietetico-comportamentale deve essere svolto da medici
e nutrizionisti, che data la loro esperienza clinica hanno un ruolo determinante
nel motivare il soggetto a modificare tutte quelle abitudini di vita (
dieta, attività fisica, astinenza dal fumo ecc.) che contribuiscono
ad un buon mantenimento dello stato di salute, anche se ciò non
è sempre facile. Inoltre il personale sanitario deve incoraggiare
il soggetto affinché quest'ultimo mantenga nel tempo delle corrette
abitudini. In questo tipo d'intervento si denotano però alcuni
ostacoli. Fondamentale è il continuo e ripetuto sostegno da parte
di medici e nutrizionisti verso i soggetti, dall'altra parte invece mancanza
di sostegno sociale, un basso livello socio-economico rendono difficile
l'adesione continua nel tempo del soggetto a stili di vita più
salutari.Tutto ciò rappresenta un ostacolo alla buona riuscita
della terapia.
Nonostante le difficoltà che potenzialmente si possono incontrare
si può, comunque, concludere che la dieta mediterranea risulta
essere un buon modello per intervenire in prevenzione primaria nell'insorgenza
dell'aterosclerosi.
Laura Redaelli,
Centro per lo Studio, la Prevenzione e la Terapia delle Vasculopatie Aterosclerotiche,
Dipartimento di Scienze Farmacologiche, Università degli Studi
di Milano
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