LIFETIME RISK OF CORONARY HEART DISEASE BY CHOLESTEROL LEVELS AT SELECTED AGE

Lloyd-Jones DM, Wilson PWF, Larson MG et al.
Arch Intern Med 2003 ; 163 :1966-1972

In uno studio pubblicato l'8 settembre scorso su Archives of Internal Medicine sono riportati i risultati di un'analisi sui dati del Framingham Heart Study, volta a determinare come i livelli di colesterolo modificano il rischio di malattie coronariche (CHD) a differenti età.
Sono stati inclusi tutti i partecipanti della coorte di Framingham, esaminati dal 1971 al 1996, che non avevano avuto CHD e non erano in terapia con ipolipemizzanti. I soggetti sono stati stratificati per i livelli medi di colesterolo e delle sue sottofrazioni misurati nel corso delle visite nei dieci anni precedenti le età indici di 40, 50, 60 70 ed 80 anni. Il follow-up è terminato con l'occorrenza di un evento CHD, di morte o all'età di 95 anni. Il rischio di CHD nel periodo di vita rimanente è stato calcolato come la probabilità di ammalarsi di CHD prima di morire di qualsiasi altra causa (morte come evento competitivo).
Tra 3269 uomini e 4019 donne, nel corso del follow-up 1120 hanno sviluppato CHD e 1365 sono morte senza essere incorse in precedenti eventi CHD. A ciascuna delle età considerate il rischio di CHD aumentava con l'aumentare dei livelli di colesterolemia, molto più negli uomini che nelle donne, mentre il tempo all'evento diminuiva.

Rischio cumulativo (%) di CHD fino agli 80 anni a differenti età e per diverse classi di colesterolemia

ETA'
COLESTEROLO TOTALE
(senza CHD)
<200 mg/dL
200-239 mg/dL
>240 mg/dL
40 (uomini)
31,3
42,9
57,3
40 (donne)
15,4
26,0
32,9
60 (uomini)
39,9
41,1
50,8
60 (donne)
19,5
24,1
35,6
80 (uomini)
17,4
22,7
34,2
80 (donne)
16,6
17,5
21,2

Questo rischio differiva ampiamente dal livello di rischio a breve termine: all'età di 40 anni il rischio percentuale di incorrere in CHD nei successivi 10 anni era del 3%, 5% e 12% per gli uomini, 1%, 2% e 5% per le donne, rispettivamente nelle tre classi di colesterolo indicate in tabella.
Poiché la determinazione dei livelli di colesterolo HDL è iniziata negli anni '70 gli autori disponevano di dati relativi solo a 20-25 anni di follow-up; ciò ha precluso l'utilizzo di questo fattore nel calcolo del rischio cumulativo. Tuttavia essi sostengono che i dati sul colesterolo HDL potrebbero aiutare ad individuare i giovani ad alto rischio.
L'utilizzo di questo tipo di approccio nella prevenzione delle malattie cardiovascolari nei soggetti giovani dovrebbe motivare maggiormente il soggetto ad iniziare e mantenere un trattamento mirato a ridurre livelli elevati di colesterolo, anche se in presenza di un rischio a breve termine non elevato.
Poiché il colesterolo non è il solo responsabile del rischio globale di CHD, gli autori stanno esaminando gli effetti di altri fattori di rischio, quali fumo, ipertensione e diabete e sperano di riuscire a costruire un modello multivariata di rischio cumulativo a vita di CHD.

Elena Tragni, SEFAP, Dipartimento di Scienze Farmacologiche, Università degli Studi di Milano