HEALTH
OUTCOMES ASSOCIATED WITH VARIOUS ANTIHYPERTENSIVE THERAPIES USED AS FIRST-LINE
AGENTS
A Network Meta-analysis
Psaty B.M, Lumley
T, Furberg C.D, Schellenbaum G, Pahor M, Alderman M.H, Weiss N.S.
Jama 2003; 289: 2534-2544
RIASSUNTO:
CONTESTO
Stabilire il beneficio o il danno, derivanti da determinati farmaci antipertensivi,
risulta limitato dai risultati di numerosi studi che confrontano i diversi
approcci terapeutici. La Network meta-analisi combina le evidenze, dirette
e indirette, per meglio definire il rischio o il beneficio.
OBIETTIVO Riassumere le evidenze, fornite dai trial clinici disponibili,
sulla sicurezza e sull'efficacia delle diverse terapie antipertensive
adottate come trattamenti di prima scelta e valutate sulla base di end
points quali i maggiori eventi cardiovascolari e la mortalità per
tutte le cause.
METODI Gli autori hanno utilizzato precedenti meta-analisi, ricerche
su MedLine e articoli pubblicati tra gennaio 1995 e dicembre 2002. Hanno
quindi individuato degli studi randomizzati e controllati a lungo termine
che avevano come end points le maggiori patologie cardiovascolari. Sono
stati scelti sia i trial in cui i controlli erano stati trattati con placebo
o non trattati, sia i trial in cui i controlli erano stati trattati attivamente.
I ricercatori hanno utilizzato la Network meta-analisi per combinare direttamente
i confronti trial-farmaco con evidenze indirette estrapolate da altri
lavori.
RISULTATI Sono stati combinati i dati di 42 trial clinici che includevano
192478 pazienti randomizzati a sette principali trattamenti, incluso il
placebo. Per tutti gli eventi, i diuretici a bassa dose sono risultati
più efficaci al placebo: cardiopatia ischemica (CHD) (rischio relativo
RR 0,79; 95% IC 0,69-0,92); insufficienza cardiaca congestizia (CHF) (RR
0,51; 95% IC 0,42-0,62); ictus (RR 0,71; 95% IC 0,63-0,81); eventi cardiovascolari
(RR 0,76; 95% IC 0,69-0,83); mortalità per cause cardiovascolari
(RR 0,81; 95% IC 0,73-0,92) e mortalità totale (RR 0,90; 95% IC
0,84-0,96). Nessun trattamento di prima scelta a base di beta-bloccanti,
o di inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina (ACE-inibitori),
o di bloccanti del canale del calcio o di alfa-bloccanti e di inibitori
del recettore dell'angiotensina risultava migliore dei diuretici a basso
dosaggio per ogni evento. Rispetto ai bloccanti del canale del calcio,
la terapia diuretica era infatti associata a rischi ridotti di eventi
cardiovascolari (RR 0,94; 95% IC 0,89-1,00) e di CHF (RR 0,74; 95% IC
0,67-0,81). Rispetto agli ACE-inibitori, risultava correlata ad un basso
rischio di CHF (RR 0,88; 95% IC 0,80-0,96), di eventi cardiovascolari
(RR 0,94; 95% IC 0,89-1,00) e di ictus (RR 0,86; 95% IC 0,77-0,97). Rispetto
ai beta-bloccanti, era associata ad un minor rischio di eventi cardiovascolari
(RR 0,89; 95% IC 0,80-0,98). Confrontati con gli alfa-bloccanti, i diuretici
presentavano anche ridotti rischi di CHF (RR 0,51; 95% IC 0,43-0,60) e
di eventi cardiovascolari (RR 0,84; 95% IC 0,75-0,93). Le variazioni nei
valori della pressione sanguigna erano del tutto simili tra gli approcci
terapeutici confontati.
CONCLUSIONI I diuretici in basse dosi rappresentano il miglior
trattamento di prima scelta per ridurre la morbidità e la mortalità
per cause cardiovascolari. La pratica clinica e le linee guida dovrebbero
riflettere questa evidenza e studi futuri dovrebbero utilizzare i diuretici
a bassa dose come standard per confronti clinicamente utili.
COMMENTO:
Nel 1993 e in seguito anche nel 1997, la Joint National Committee
sulla Diagnosi, Valutazione e Trattamento dell'Ipertensione, ha raccomandato
l'impiego di diuretici a basso dosaggio e di agenti beta-bloccanti come
terapia di prima scelta per i pazienti con ipertensione non complicata.
Questa raccomandazione rifletteva l'evidenza, emersa da trial clinici,
sugli effetti benefici associati ai diuretici a dosi ridotte e ai beta-bloccanti.
In questo lavoro gli autori hanno cercato di analizzare mediante una nuova
metodica, la Network meta-analisi, tutte le evidenze, emerse da numerosi
studi comparativi e controllati con placebo, sugli effetti benefici e
dannosi a carico del cuore, da parte delle diverse classi di farmaci antipertensivi.
La novità del metodo adottato sta nel preservare I paragoni effettuati
all'interno di ogni trial valutato. Il confronto tra due differenti approcci
terapeutici viene ottenuto utilizzando sia i dati di lavori che hanno
come oggetto le stesse due terapie, sia i dati di lavori che considerano
uno solo dei due farmaci, confrontato con placebo. Si tratta quindi di
una metodica che prende in considerazione sia evidenze dirette che evidenze
indirette.
Da un'ampia ricerca condotta su MedLine sono stati estrapolati 42 lavori
di meta-analisi su trattamenti antipertensivi, per un totale di 192478
soggetti arruolati e seguiti per un follow up di 3,4 anni.
Gli autori hanno limitato la loro attenzione a sei classi principali di
antipertensivi: diuretici, beta-bloccanti, bloccanti dei canali del calcio
(CCBs), ACE inibitori, bloccanti del recettore dell'angiotensina (ARBs)
e alfa-bloccanti. Gli end points primari considerati sono: cardiopatia
ischemica (CHD) incluso infarto miocardico fatale, non fatale e morte
per CHD; ictus, fatale e non fatale; eventi cardiovascolari; mortalità
per malattia cardiovascolare e mortalità per tutte le cause.
Gli approcci terapeutici considerati in questa meta-analisi sono stati:
(1) placebo, (2) diuretici a bassa dose (da 12,5 a 25 mg/die di clortalidone
o di idroclorotiazide), (3) beta-bloccanti, (4) ACE inibitori, (5) CCBs,
(6) ARBs e (7) alfa-bloccanti
Comparisons
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CHD
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CHF
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STROKE
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CVD
Events
|
CVD
Mortality
|
Total
Mortality
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Diur
vs placebo
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0,79
(0,69-0,92)
|
0,51
(0,42-0,62)
|
0,71
(0,63-0,81)
|
0,76
(0,69-0,83)
|
0,81
(0,73-0,92)
|
0,90
(0,84-0,96)
|
Diur
vs CCBlocc
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0,94
(0,89-1,00)
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0,74
(0,67-0,81)
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Diur
vs Ace Inib
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0,88
(0,80-0,96)
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0,86
(0,77-0,97)
|
0,94
(0,89-1,00)
|
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Diur
vs ß-Blocc
|
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0,89
(0,80-0,98)
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Diur
vs a-Blocc
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0,51
(0,43-0,60)
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0,84
(0,75-0,93)
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(Rischi
Relativi (95% IC) per gli end-point primari, dei diuretici rispetto agli
altri possibili approcci terapeutici)
Per tutti gli eventi,
la Network meta-analisi ha confermato l'azione positiva dei diuretici
a basso dosaggio, rispetto al placebo. Anche gli altri approcci terapeutici
si sono dimostrati più efficaci del placebo, tuttavia nessuno ha
avuto un effetto migliore, rispetto ai diuretici, sui principali eventi
cardiovascolari. Dai dati è emerso che i beta-bloccanti possono
essere considerati come farmaci di seconda scelta nella terapia antipertensiva;
sono infatti risultati superiori rispetto al placebo nella prevenzione
di ictus, CHF, eventi CVD e nella mortalità totale, ma tuttavia
inferiori ai diuretici a bassa dose per tutti gli eventi.
Lo scopo del trattamento dell'ipertensione è quello di ridurre
o prevenire le complicanze cardiovascolari correlate ad una condizione
di pressione alta non curata; ebbene, attraverso questa meta-analisi si
è giunti all'evidenza che i diuretici a bassa dose rappresentano
la terapia ottimale, di prima scelta, per l'ipertensione in soggetti senza
complicazioni e danno d'organo. Inoltre è opportuno sottolineare
che questa classe di farmaci, oltre ad essere la più efficace,
risulta essere anche le meno costosa, di conseguenza anche il rapporto
costo-efficacia risulta soddisfatto.
Alberico L. Catapano e Alessandra Bertelli, Dipartimento di Scienze Farmacologiche,
Università degli Studi di Milano
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