L'FDA HA STILATO LA LISTA DEI 10 PIU' IMPORTANTI RISULTATI SCIENTIFICI DELL'ANNO 2003

Fonte: Food and Drug Administration


I 10 risultati più significativi, indicati dall'FDA sono i seguenti (non in ordine di importanza):

  • Le linee guida americane sull'ipertensione JNC 7 (Seventh Report of the Joint National Committee on Prevention, Detecyion, Evaluation and Treatment of High Blood Pressare) che hanno creato una nuova classe, definita pre-ipertensione, che include soggetti con PAS compresa tra 120 139 mm Hg e PAD tra 80 e 89 mm Hg.
  • Ximelagatran ha fornito dopo 50 anni un'alternativa di più semplice gestione alla terapia anticoagulante con warfarin.
  • Uno studio che ha dimostrato gli esiti positivi dei defibrillatori esterni automatici per le vittime con arresto cardiaco.
  • Eplerenone approvato ad ottobre 2003 dall'FDA come nuovo trattamento per i pazienti con insufficienza cardiaca.
  • Cellule di midollo osseo, infuse nelle arterie di cuori infartuati, migliorano la funzionalità del ventricolo sinistro.
  • Gli stent che rilasciano farmaci hanno dimostrato un'incidenza minore di recidive e di ristenosi, rispetto agli stent classici, quando impiantati in soggetti con eventi cardiaci maggiori.
  • Localizzazione del gene per l'aneurisma dell'aorta toracica e la dissezione familiare, che permetterà di identificare più precocemente i soggetti a rischio.
  • Un nuovo trombolitico desmoteplase, derivato dalla saliva del Desmondus rotundas (vampiro), attivatore del plasminogeno tissutale è l'unico agente che l'FDA ha approvato per il trattamento dell'ictus.
  • Una forma sintetica delle HDL (ETC-216), una apolipoproteina A-1 Milano/complesso fosfolipidico, ha mostrato di ridurre significativamente l'estensione degli ateromi.
  • Le nuove linee guida, emanate dall'AHA e dal Centres for Disease Control and Prevention, che raccomandano per la prima volta il dosaggio dei livelli di proteina C-reattiva, un marker di infiammazione, come strumento aggiuntivo per la determinazione del rischio cardiovascolare.

Elena Tragni, Servizio di Epidemiologia e Farmacologia Preventiva, Dipartimento di Scienze Farmacologiche, Università degli Studi di Milano