EFFECTS
OF GROWTH HORMONE ON CIRCULATING CYTOKINE NETWORK, AND LEFT VENTRICULAR
CONTRACTILE PERFORMANCE AND GEOMETRY IN PATIENTS WITH IDIOPATHIC DILATED
CARDIOMYOPATHY
Adamopoulos S,
Parissis J.T, Kremastinos D.Th. et al..
European Heart Journal 2003 ; 24 :2186-2196
RIASSUNTO:
CONTESTO
Recenti dati sperimentali e clinici indicano che reazioni immunitarie
abnormi contribuiscono alla progressione dell'insufficienza cardiaca cronica
e che quindi l'immunomodulazione potrebbe essere un importante approccio
terapeutico per questa sindrome.
OBIETTIVO Gli autori hanno studiato gli effetti della somministrazione
dell'ormone della crescita (GH) sui valori di citochine circolanti proinfiammatorie
e antinfiammatorie e valutato se le azioni immunomodulatorie mediate dal
GH fossero associate ad un aumento della capacità contrattile del
ventricolo sinistro (LV) nei soggetti con cardiomiopatia dilatativa idiopatica
(DMC).
METODI In 12 pazienti con DMC (NYHA classe 3; frazione di eiezione
ventricolo sinistro 23,6 ± 1,7%) sono stati misurati, prima e dopo
tre mesi di terapia sottocutanea di 4 IU di GH/die, i livelli plasmatici
delle citochine proinfiammatorie TNF-alfa, IL-6, GM-CSF e del suo recettore
solubile sGM-CSFR, MCP-1, sICAM-1, sVCAM-1 e di quelle antinfiammatorie
IL-10 e TNF-beta2. Contemporaneamente sono stati stimati anche la VO2,
le dimensioni del ventricolo sinistro (LVESVI), l'indice di massa del
ventricolo sinistro, l'end-systolic wall stress (ESWS), la velocità
media di accorciamento delle fibre (Vcfc) e le riserva contrattile.
RISULTATI Il trattamento con GH ha determinato nei pazienti con
DCM (a) una riduzione significativa nei livelli plasmatici di TNF-alfa
(7,8 ± 1,1 vs 5,5 ± 0,9 pg/ml, p=0,013), IL-6 (5,7 ±
0,5 vs 4,7 ± 0,4 pg/ml, p=0,043), GM-CSF (27,3 ± 1,7 vs
23,3 ± 1,8 pg/ml, p=0,042), sGM-CSFR (4,0 ± 0,4 vs 3,2 ±
0,4 ng/ml, p=0,039), MCP-1 (199 ± 5 vs 184 ± 6 pg/ml, p=0,048),
sICAM-1 (324 ± 34 vs 274 ± 27 ng/ml, p=0,008), sVCAM-1(1238
± 89 vs 1043 ± 77 ng/ml, p=0,002); (b) un aumento sempre
significativo nei rapporti IL-10/ TNF-alfa (1,9 ± 0,3 vs 3,5 ±
0,9, p=0,049), IL-10/IL-6 (2,6 ± 0,6 vs 3,2 ± 0,5, p=0,044)
e TNF-beta2/TNF-alfa (3,1 ± 0,6 vs 4,4 ± 0,6, p=0,05);
(c) una riduzione di ESWS (841 ± 62 vs 634 ± 48 gr/cm2,
p=0,0026), LVESVI (128 ± 12 vs 102 ± 12 ml, p=0,035), PWTH
(9,2 ± 0,5 vs 10,3 ± 0,6 mm, p=0,034), della riserva contrattile
(0,00029 ± 0,0001 vs 0,00054 ± 0,0001 circ x cm2/gr x s, p=0,00028)
e della VO2max (15,3 ± 0,7 vs 17,1 ± 0,9 ml/kg/min, p=0,002).
Sono state osservate anche buone correlazioni tra l'aumento, indotto dal
GH, della riserva contrattile e gli aumenti di VO2max (r=0,63; p=0,028),
IL-10/ TNF-alfa (r=0,69, p=0,011), TNF-beta2/TNF-alfa (r=0,58; p=0,046)
e la riduzione dei livelli plasmatici di TNF-alfa (r=-0,86; p=0,0004).
CONCLUSIONI La somministrazione di GH modula positivamente i livelli
di citochine circolanti e delle molecole solubili di adesione nei pazienti
con cardiomiopatia dilatativa idiopatica (DCM), aumentando la riserva
contrattile e diminuendo le dimensioni dei ventricoli sinistri (LV). Questi
effetti antinfiammatori possono essere associati ad un miglioramento della
capacità contrattile del LV ma non ad un suo rimodellamento.
COMMENTO:
Numerosi studi clinici e sperimentali hanno evidenziato un ruolo dell'infiammazione
nella patogenesi e nella progressione dell'insufficienza cardiaca cronica
(CHF). Ciò sembra essere correlato ad uno sbilanciamento tra fattori
proinfiammatori e fattori antinfiammatori, favorendo l'azione infiammatoria
a carico del sistema cardiovascolare dei pazienti con CHF. Più
precisamente, l'esistenza di una risposta infiammatoria esagerata mediata
soprattutto dalla complessa rete delle citochine, è responsabile
di alcuni aspetti della sindrome, quali il rimodellamento dannoso del
ventricolo sinistro, la disfunzione dell'endotelio e la miopatia periferica.
Si potrebbe quindi pensare ad un'azione modulatoria sulle variabili immunologiche
come possibile approccio terapeutico nella CHF, intervenendo sulla progressione
della sindrome.
D'altra parte studi sperimentali hanno dimostrato che la somministrazione
di ormone della crescita (GH) può influenzare la crescita e la
geometria del ventricolo sinistro (LV), come anche migliorare la funzionalità
sistolica cardiaca e correggere quella endoteliale non normale nei soggetti
con CHF.
In questo lavoro l'interesse dei ricercatori si è focalizzato sul
ruolo antinfiammatorio o proinfiammatorio del GH in un piccolo gruppo
di soggetti (n=12; 8 maschi e 4 femmine; età media 50 ±
4 anni) affetti da cardiomiopatia dilatativa idiopatica (DCM), utilizzando
alcuni marker infiammatori (TNF-alfa, IL-6, GM-CSF e il suo recettore solubile
sGM-CSFR, MCP-1, sICAM-1, sVCAM-1) e antinfiammatori (IL-10 e TNF-beta2).
La diagnosi clinica di DMC come causa di CHF è stata stabilita
sulla base di un angiogramma coronarico, sulla storia clinica e sui risultati
istologici della biopsia endomiocardiaca. Dopo la stima dei livelli basali
dei marker pro-infiammatori/anti-infiammatori, 6 pazienti sono stati trattati
con GH 4 IU/die sottocute per 24 settimane, mentre gli altri 6 soltanto
per 12 settimane. Dai dati è emerso che una terapia con GH per
tre mesi determina una riduzione significativa di tutti i marker infiammatori
inclusi nel sistema delle citochine (p<0,01) come anche del volume
finale sistolico (p<0,001) associato ad un aumento dello spessore della
parte del miocardio e della riserva contrattile (p<0,001). Diminuiscono
anche i livelli plasmatici di TNF-alfa (p=0,013), IL-6 (p=0,043), GM-CSF
(p=0,042), sGM-CSFR (p=0,039), MCP-1 (p=0,048), sICAM-1 (p=0,008), e sVCAM-1
(p=0,002). Non cambiano invece le concentrazioni seriche delle citochine
antiinfiammatorie IL-10 e TNF-beta2, mentre aumenta in modo significativo
il valore dei rapporti delle concentrazioni di citochine proinfiammatorie
e antiinfiammatorie IL-10/ TNF-alfa (p=0,049), IL-10/IL-6 (p=0,044) e TNF-beta2/
TNF-alfa (p=0,05), dove questo rapporto viene utilizzato per predire la sopravvivenza
dei pazienti con sindrome infiammatoria sistemica e può essere
usato anche come marker per descrivere uno stato infiammatorio nel CHF.
Studi recenti indicano che le citochine pro-infiammatorie (TNF-alfa, IL-10
e IL-6) ed altri fattori infiammatori correlati alle citochine, sono in
grado di modulare le funzioni cardiache, muscolari e vascolari attraverso
una varietà di meccanismi inclusa l'attivazione dei monociti tessutali
e circolanti, la produzione di radicali liberi dell'ossigeno e l'apoptosi.
Questi effetti deleteri si traducono poi clinicamente in disfunzione e
conseguente affaticamento della muscolatura cardiaca, scheletrica e respiratoria,
perfusione indebolita dei tessuti periferici, consumo d'ossigeno insufficiente
e conseguente deperimento. È noto che la somministrazione di GH
ha effetti positivi sulla funzionalità del miocardio e sulla circolazione
periferica in modelli animali con CHF, inclusi la vasodilatazione periferica,
il miglioramento nella contrattilità cardiaca e nell'equilibrio
metabolico dei cardiomiociti, la stimolazione dell'ipertrofia cardiaca,
l'aumento della sensibilità al calcio dei miofilamenti cardiaci
e la prevenzione dell'apoptosi dei cardiomiociti. In questo studio gli
autori hanno mostrato come una terapia di tre mesi con GH intervenga nelle
diverse fasi del processo infiammatorio di pazienti con DCM, riducendo
non soltanto i livelli (1) delle maggiori citochine pro-infiammatorie
TNF-alfa e IL-6, responsabili dell'inizio della cascata delle citochine e
potenti induttori di apoptosi, ma anche (2) del fattore GM-CSF che genera,
tra l'altro, radicali liberi e potenzia la produzione di citochine, (3)
della citochina chemotattica MCP-1 che promuove la migrazione dei fagociti
mononucleari al tessuto miocardico danneggiato, (4) delle molecole solubili
di adesione ICAM-1 e VCAM-1, distrutte dai monociti e dalle cellule endoteliali
attivate e possono rappresentare il prodotto di una attivazione o di un
danno endoteliale.
Si è visto inoltre che questa terapia attenua o addirittura blocca
la progressione verso un rimodellamento negativo , riducendo i volumi
finali sistolico e diastolico del ventricolo sinistro (LV) con contemporaneo
miglioramento della riserva contrattile di LV. Si può quindi concludere
che la modulazione delle variabili della immuno-infiammazione emerge come
la maggiore strategia terapeutica nel trattamento di pazienti con CHF
secondaria a DCM e l'ormone GH, in aggiunta ad altri approcci terapeutici,
può rappresentare un'altra importante opzione immunomodulatoria
capace di intervenire nel processo patologico attenuando o addirittura
invertendone la progressione.
Alberico L. Catapano e Alessandra Bertelli, Dipartimento di Scienze Farmacologiche,
Università degli Studi di Milano
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