GRAPEFRUIT
CONSUMPTION IMPLICATED IN CASE OF STATIN-RELATED RHABDOMYOLYSIS
Fonte: Medscape from Neurology 2004; 62: 670
Sul
numero di febbraio di Neurology è stato riportato un caso
di rabdomiolisi associata all'assunzione di statine, apparentemente correlato
al contemporaneo consumo di succo di pompelmo. Sebbene l'episodio riguardasse
simvastatina, gli autori del lavoro hanno sottolineato che anche l'azione
delle altre statine potrebbe essere influenzata da questo alimento.
Il caso coinvolge una donna di 40 anni, in terapia con simvastatina per
ipercolesterolemia familiare, ricoverata in ospedale per debolezza e mialgia
a livello della muscolatura delle estremità inferiori. Fino a dieci
giorni prima del ricovero, la paziente frequentava regolarmente una palestra
ed era in buona salute. Sospendendo la terapia con simvastatina, le condizioni
sono notevolmente migliorate e dopo sei giorni è stata dimessa
dall'ospedale.
Sebbene sia noto che le statine possano causare rabdomiolisi, in questo
caso la paziente era in terapia ipolipemizzante con simvastatina ormai
da più di due anni, durante i quali non si è mai manifestato
alcun episodio di rabdomiolisi. Ciò ha portato i ricercatori ad
approfondire le indagini sulle abitudini alimentari della paziente, scoprendo
che da due settimane aveva iniziato a mangiare un pompelmo al giorno.
Nel succo di pompelmo è presente un componente che inattiva il
citocromo CYP3A4, responsabile del metabolismo della simvastatina e di
molti altri farmaci. Di conseguenza è ipotizzabile che i livelli
ematici di statina aumentino in seguito ad un consumo regolare di pompelmo.
Ai pazienti in terapia ipolipemizzante con statine dovrebbe, di conseguenza,
essere vietato il consumo di questo frutto.
Elena Tragni, Servizio di Epidemiologia e Farmacologia Preventiva,
Dipartimento di Scienze Farmacologiche, Università degli Studi
di Milano
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