NESSUNA ASSOCIAZIONE SIGNIFICATIVA TRA I POLIMORFISMI DELLA PAROSSONASI E IL RISCHIO DI MALATTIE CORONARICHE

FOUR PARAOXONASE GENE POLYMORPHISMS IN 11212 CASES OF CORONARY HEART DISEASE AND 12786 CONTROLS: META-ANALYSIS OF 43 STUDIES
Wheeler JG, Keavney BD, Watkins H et al.
The Lancet 2004; 363:689-695

La parossonasi è un enzima serico che contribuisce ad inattivare gli insetticidi e il gas nervino. È stato ipotizzato che possa essere d'aiuto nella prevenzione dell'aterogenesi e delle malattie coronariche (CHD) attraverso la sua associazione con le HDL. Tuttavia, solo pochi studi hanno misurato la concentrazione serica di parossonasi (o la sua attività nel siero contro il paraoxon, un insetticida) nelle CHD. Molti ricercatori si sono focalizzati sui fattori genetici, cercando quei polimorfismi della parossonasi che sembrano aumentare il rischio di CHD.
Negli ultimi anni sono stati identificati quattro polimorfismi di questo tipo [Q192R, L55M, T(-107)C e S311C] potenzialmente coinvolti in una certa misura nella progressione delle CHD.
Questi studi hanno riportato risultati apparentemente contraddittori, in parte dovuti al fatto che ciascuno di essi coinvolgeva di solito solo poche centinaia di casi e poche centinaia di controlli.
È stata quindi condotta una meta-analisi di 43 studi sui polimorfismi Q192R, L55M e T(-107)C del gene PON1 e sul polimorfismo S311C del gene PON2 della parossonasi, sebbene ciascuno studio fosse in disequilibrio moderatamente forte con ogni altro; questa meta-analisi ha coinvolto un totale di 11.212 casi di CHD e 12.786 controlli ed ha esaminato le potenziali fonti di eterogeneità.
Nell'analisi combinata di tutti gli studi il rischio relativo di CHD per allele del Q192R era 1,12 (CI 95% 1,07-1,16), ma nei cinque studi più ampi era solo 1,05 (0,98-1,13). L'analisi combinata degli studi sulle varianti L55M, T(-107)C e S311C non ha mostrato alcuna associazione significativa con le CHD, raggiungendo un rischio relativo per allele di 1,00 (0,95-1,06), 1,02 (0,92-1,14) e 1,04 (0,93-1,17) rispettivamente.
In contrasto con le precedenti ipotesi, questa meta-analisi mostra una associazione non significativa tra CHD ed i polimorfismi L55M o T(-107)C di PON1 o il polimorfismo S311C di PON2. La debole associazione complessiva tra il polimorfismo Q192R e le CHD è di dubbia rilevanza, in particolare in quanto non è stata evidenziata una correlazione significativa tra gli studi più ampi.
Questi risultati confermano la necessità di una più vasta e rigorosa esplorazione dei determinanti genetici di patologie complesse, così come della sistematica valutazione regolarmente aggiornata di tali studi per migliorare l'interpretazione e dare priorità alle ipotesi.

Elena Tragni, Servizio di Epidemiologia e Farmacologia Preventiva, Dipartimento di Scienze Farmacologiche, Università degli Studi di Milano