LE
LEGGI DELLA TERMODINAMICA E GLI EFFETTI METABOLICI DELL'ABLAZIONE DEL
TESSUTO ADIPOSO;
RISULTATI RECENTI NEL MODELLO ANIMALE E NELL'UOMO
REVERSAL
OF OBESITY BY TARGETED ABLATION OF ADIPOSE TISSUE
Kolonin MG et al.
Nature Medicine 10: 625-632, 2004
COMMENTO:
L'obesità è una patologia che si associa all'insulino
resistenza, diabete mellito, dislipidemia, ipertensione arteriosa e aumentato
rischio cardiovascolare (nonché artrosi, cancro e calcolosi della
colecisti). Più della metà della popolazione nord-americana
è affetta da obesità (BMI > 30 kg/m2) o sovrappeso (BMI>25
kg/m2) e questo costituisce un problema socio-sanitario in tutti i paesi
occidentali. L'intervento sullo stile di vita, dieta ipocalorica e/o attuazione
di un programma di attività fisica, possono efficacemente prevenire
e ridurre l'incidenza del diabete di tipo 2 come dimostrato da trials
clinici europei (1) e nord-americani (2). Ciononostante questi interventi
potrebbero non essere sufficienti ad arginare la pandemia dell'obesità
osservata in tutto il mondo occidentale. Attualmente due farmaci sono
disponibili per il trattamento dell'obesità: l'orlistat (riduce
l'assorbimento dei grassi alimentari a livello intestinale) e la sibutramina
(aumenta i livelli dei neurotrasmettitori serotonina e nor-epinefrina).
Entrambe hanno una efficacia limitata e possono indurre effetti collaterali.
Recentemente
Kolonin et al (3) hanno proposto un approccio originale alla soluzione
del problema. Sulla base dell'osservazione che l'uso di agenti anti-angiogenetici
non-specifici fosse in grado di prevenire l'insorgenza dell'obesità
nel topo, essi hanno infatti ipotizzato che un intervento terapeutico
anti-angiogenetico specificatamente mirato a livello del tessuto adiposo
potesse essere efficace. La strategia della loro ricerca si è focalizzata
sullo studio dell'interazione tra recettori espressi dall'endotelio del
tessuto adiposo e i loro ligandi corrispondenti. Hanno quindi identificato
un ligando per recettori endoteliali del tessuto adiposo bianco (WAT)
senza una specificità per il tessuto adiposo viscerale, sottocutaneo,
soprafasciale, sottofasciale. Essi hanno isolato la proteina espressa
a livello del tessuto endoteliale (proibitina) e hanno dimostrato una
sua alta espressione a livello mitocondriale e a livello endoteliale nel
WAT. A questo ligando i ricercatori hanno poi associato una sequenza pro-apoptotica
che iniettata nel topo come peptide-chimera ha determinato una significativa
riduzione della massa corporea, ma soprattutto ha indotto un benefico
effetto metabolico evidenziato da un ridotto accumulo ectopico di trigliceridi
a livello epatico e muscolare. Questo effetto poteva essere determinato
o da una riduzione dell'assunzione di energia o dalla stimolazione della
spesa energetica. I ricercatori hanno dimostrato che entrambe queste condizioni
potevano contribuire a spiegare gli effetti dell'ablazione apoptotica
specifica dell'endotelio espresso a livello del WAT. Questo modello è
molto interessante non solo per la sua originalità ma anche perché
contrasta in modo stridente con altri modelli animali (4) e umani (5)
di lipo-atrofia e -distrofia in cui si osservano drammatici effetti metabolici
avversi (insulino resistenza diabete, dislipidemia, steatosi epatica)
secondari all'accumulo extra-adiposo dei trigliceridi, che possono per
altro essere corretti dall'impianto di tessuto adiposo sottocutaneo (4).
Si può quindi concludere che gli effetti metabolici indotti dal
trattamento proposto da Kolonin et al, mirato all'induzione dell'apoptosi
dell'endotelio del WAT, siano diversi dagli effetti indotti dall'apoptosi
mirata del WAT stesso. Rimane da esplorare come le cellule endoteliali
del WAT, e non le cellule del WAT stesso possano mediare la regolazione
della spesa energetica e della regolazione dell'assunzione a livello del
SNC o di altri tessuti periferici.
Contemporaneamente
al lavoro proposto da Kolonin et al nel modello animale, Klein et al (6)
hanno recentemente proposto la tesi che l'ablazione di tessuto adiposo
per se nell'uomo non costituisce condizione necessaria e sufficiente per
ottenere gli effetti metabolici desiderati e notoriamente associati all'intervento
sullo stile di vita (dieta ipocalorica ed esercizio fisico). In questo
studio gli autori hanno dimostrato che in pazienti obesi e pazienti obesi
affetti da diabete mellito la riduzione di almeno il 25% del grasso corporeo
(a livello del tessuto adiposo addominale sottocutaneo) ottenuta mediante
la liposuzione piuttosto che con una dieta ipocalorica non si associava
ad una miglioramento della sensibilità insulinica a livello del
tessuto adiposo, muscolare ed epatico. Inoltre gli autori hanno osservato
che anche i livelli circolanti dei markers di infiammazione subclinica
tipicamente associati ad un aumentato rischio cardiovascolare (proteina
C reattiva, adiponectina, TNF-alpha, e IL-6) non venivano modificati dall'intervento
di liposuzione. I risultati di questo lavoro si possono spiegare o con
l'esistenza di una dissociazione tra gli effetti benefici della riduzione
della massa grassa per se e la riduzione della massa grassa ottenuta mediante
l'instaurazione di un bilancio energetico negativo determinato mediante
la dieta ipocalorica/esercizio fisico o con il fatto che l'ablazione chirurgica
ha interessato il tessuto adiposo sottocutaneo o non il tessuto adiposo
viscerale. E' infatti noto che il tessuto adiposo viscerale è più
marcatamente associato all'insulino resistenza rispetto al tessuto adiposo
sottocutaneo. Non si può quindi escludere, come suggerito da diversi
studi nei modelli animali, che l'ablazione chirurgica selettiva del tessuto
adiposo viscerale possa indurre un effetto metabolico e cardiovascolare
più significativo. Un ulteriore importante messaggio è che
malgrado si osservi un trend generale all'aumento dell'utilizzo delle
procedure chirurgiche mirate alla riduzione della massa grassa corporea,
questi dati suggeriscono che una marcata rimozione di massa adiposa mediante
la liposuzione, se ha da un lato un effetto cosmetico, non ha effetti
benefici sulla sensibilità insulinica o sui markers di rischio
cardiovascolare.
BIBLIOGRAFIA
1) Tuomilehto J et al for the Finnish Diabetes Prevention Study Group.
Prevention of type 2 diabetes mellitus by changes in lifestyle among subjects
with impaired glucose tolerance. N Engl J Med 344: 1343, 2001.
2) Diabetes Prevention Program research Group. Reduction in the incidence
of type 2 diabetes with lifestyle intevention or metformin. N Engl J Med
346: 393, 2002.
3) Kolonin MG et al. Reversal of obesity by targeted ablation of adipose
tissue. Nature Medicine 10: 625-632, 2004.
4) Gavrilova O et al. Surgical implantation of adipose tissue reverses
diabetes in lipoatrophic mice. J Clin Invest 105:271, 2000.
5) Garg A. Acquired and inherited lipodystrophies. N Engl J Med 350: 1220,
2004.
6) Klein S et al. Absence of an effect of liposuction on insulin action
and risk factors for coronary artery disease. N Engl J Med 350: 2549-2557,
2004
Gianluca Perseghin, M.D. Ospedale San Raffael
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