VERY
LOW LEVELS OF MICROALBUMINURIA ARE ASSOCIATED WITH INCREASED RISK OF CORONARY
HEART DISEASE AND DEATH INDEPENDENTLY OF RENAL FUNCTION, HYPERTENSION,
AND DIABETES
LIVELLI MOLTO BASSI DI MICROALBUMINURIA SONO ASSOCIATI AD AUMENTATO RISCHIO
DI MALATTIA CORONARICA E MORTE, INDIPENDENTEMENTE DALLA FUNZIONE RENALE,
DALL'IPERTENSIONE E DAL DIABETE.
K.
Klausen, K. Bosch-Johnsen, B. Feldt-Rasmussen, G. Jensen, P. Clausen,
H. Scharling, M. Appleyard, J. Sjow Jensen
Circulation. 2004 Jul 6;110(1):32-57
ABSTRACT
Background: scopo di questo studio era valutare il livello di microalbuminuria
che risulta associato ad un aumento del rischio di malattia coronarica
e di morte nella popolazione. La microalbuminuria è stata indicata
come fattore di rischio aterosclerotico, ma il livello limite inferiore
da considerare a rischio non è noto. Non si sa neppure se una alterata
funzione renale è fattore confondente tale fattore di rischio.
Metodi e Risultati: Nel Terzo Studio del Cuore della Città
di Copenhagen, dal 1992 al 1994, 2762 uomini e donne di età compresa
fra i 30 e i 70 anni sono stati sottoposti a un dettagliato programma
di valutazione cardiovascolare comprendente la raccolta di un campione
temporizzato delle urine notturne. I partecipanti sono stati poi seguiti
per uno studio prospettico, registrando patologie coronariche sino al
1999 e i decessi sino al 2001. Durante tale follow-up sono stati rilevati
109 casi incidenti di coronaropatia e 276 decessi. Una escrezione urinaria
di albumina (UAE) maggiore del quartile superiore (cioè 4.8mcg/min)
era associata ad incremento del rischio di coronaropatia (RR 2,0, con
P<0.001) e morte (RR 1.9, con P>0.001) indipendentemente da età,
sesso, creatinina clearance, diabete mellito, ipertensione e lipidi plasmatici.
Livelli inferiori di UAE non erano associati ad aumento del rischio.
Conclusioni: Una UAE superiore a 4.8mcg/min (corrispondente a circa
6.4mcg/min durante il giorno) è un determinante forte e indipendente
di coronaropatia e morte. Gli Autori suggeriscono di ridefinire i livelli
di attenzione alla microalbuminuria e di effettuare studi di intervento
COMMENTO
Lsiamo
abituati a considerare la presenza di Microalbuminuria, quale fattore
indicativo di nefropatia diabetica incipiente e fattore di rischio cardiovascolare,
quando essa è compresa tra 20 e 200 mcg/min nel campione di urine
temporizzate notturne. Sappiamo anche che l'UAE è minore nei soggetti
non diabetici: ciò nonostante studi di popolazione di soggetti
non diabetici hanno dimostrato che anche piccole quantità di microalbuminuria
sono associate ad un aumentato rischio di coronaropatia. Questo studio
ha voluto documentare quale sia il "cutoff" inferiore per considerare
l'UAE quale fattore di rischio per coronaropatia e morte, indipendentemente
dai livelli di funzione renale.
Lo Studio del Cuore della Città di Copenhagen ha considerato circa
16.000 soggetti scelti casualmente, di cui 10.200 hanno partecipato. E'
stato chiesto a tutti coloro di età compresa tra i 30 e i 70 anni
di raccogliere un campione delle urine notturne: hanno collaborato 3645
soggetti; 2762 di questi (senza storia di cardiopatia) sono stati inclusi
nel presente studio, condotto secondo le regole etiche. Sono stati rilevate
informazioni sull'utilizzo di farmaci, sul fumo, diabete, pressione arteriosa
o farmaci anti-ipertensivi, BMI, lipidi plasmatici, creatininemia, UAE
nel campione notturno (considerato indice del rapporto di filtrazione
glomerulare). Oltre il 95% dei pazienti è stato seguito per nuove
diagnosi di coronaropatia (fino alla fine del 1998) e decessi (sino al
2001), riscontrando 109 casi incidenti di cardiopatia ischemica e 276
casi di morte. Questi pazienti erano caratterizzati, all'inizio dello
studio, da più elevati livelli dei noti fattori di rischio cardiovascolare,
ma coloro che svilupparono coronaropatia (o che morirono) durante il follow-up
avevano maggiore UAE rispetto ai soggetti di controllo.
Il rischio di coronaropatia o di morte era significativamente maggiore
se l'UAE era superiore al quartile maggiore (4.8mcg/min). Così
gli Autori hanno definito la presenza di Microalbuminuria quando l'UAE
eccedeva i 4.8mcg/min; hanno anche studiato, per paragone, una UAE >15mcg/min
(livello di cutoff utilizzato tra pazienti diabetici). Una UAE >4.8mcg/min
era associata a un rischio circa doppio di coronaropatia e morte, sia
in uomini che in donne, indipendentemente dagli aggiustamenti statistici
per età, creatinina clearance, ipertensione diabete, colesterolo
totale e HDL.
Una UAE >15mcg/min
era pure associata a un rischio di morte circa triplo, per entrambi i
sessi, indipendentemente dagli altri fattori mentre, per la coronaropatia,
ciò era vero solo per i maschi, poiché le donne non mostravano
maggiore rischio per UAE >15mcg/min.
Questo studio prospettico di popolazione conferma, dopo un follow-up di
7-9 anni, l'aumentato rischio correlato a piccole quantità di UAE,
cioè Microalbuminuria. Per specificare il livello di rischio in
modo semplice, con sufficiente potenza statistica e senza preconcetti,
gli Autori hanno stratificato la popolazione in relazione a quartili di
UAE.
Il fatto nuovo di questo studio è il dato che risulta sufficiente
una piccola quantità di UAE (>4.8mcg/min) per predire eventi
coronaropatici o decessi, indipendentemente dagli altri noti fattori di
rischio. Inoltre, a causa della marcata variabilità intraindividuale
di UAE e quindi di diluizione della regressione, il rischio stimato di
coronaropatia e morte associato alla Microalbuminuria potrebbe essere
sottostimato.
Recenti evidenze (dallo studio HOPE) suggeriscono che ogni livello di
Microalbuminuria predice una coronaropatia in soggetti con o senza diabete.
Come nel presente studio, il rischio aumentava con l'aumentare del rapporto
Albuminuria/Creatininuria (uA/C), partendo ben al di sotto dell'abituale
definizione di Microalbuminuria. Lo studio HOPE suggeriva che un incremento
di 0.4mg/mmol di uA/C determinava un rischio maggiore del 5.9% di coronaropatia.
Nel presente studio, invece, gli Autori osservano che il rischio di coronaropatia
e morte aumenta significativamente quando l'UAE supera la soglia di 4.8mcg/min.
La definizione tradizionale di Microalbuminuria è basata sui livelli
di UAE di pazienti diabetici a rischio di sviluppare una nefropatia diabetica
clinicamente manifesta. Gli Autori suggeriscono di rivedere tale definizione,
in accordo al rischio di cardiopatia e morte nella popolazione generale,
definendo la presenza di Microalbuminuria quando l'UAE è circa
5mcg/min (corrispondente a una uA/C 0.7mg/mmol nel campione estemporaneo
del mattino). Questo livello di cutoff per le urine del mattino è
già stato suggerito quale più semplice approccio nella pratica
clinica. Gli Autori non hanno trovato influenze confondenti della creatinina
clearance e concludono che la presenza di Microalbuminuria è un
forte indicatore di rischio di coronaropatia e morte, indipendentemente
dai noti fattori di rischio, per cui pare necessario modificare l'abituale
definizione di Microalbuminuria (cioè UAE>15mcg/min, in raccolta
notturna) al nuovo limite (UAE>5mcg/min, pari a uA/C>0.7mg/mmol),
prendendolo in considerazione nella valutazione individuale di malattia
aterosclerotica cardiovascolare.
Non dimentichiamo, però, che molti fattori possono influenzare
l'UAE (es.: ricorrenti infezioni urinarie; problemi correlati alla raccolta
del campione e al metodo d'esame). Infine, pur riconoscendo che, per la
popolazione generale, il rischio cardiovascolare sia segnalato dalla presenza
di Microalbuminuria a così bassi livelli, rimane indiscutibile
un fatto: c'è un livello "soglia" oltre il quale l'UAE
è indice di rischio. In altre parole, il valore di UAE non sembra
essere una "variabile continua", come la glicemia o la colesterolemia:
ciò deve essere di stimolo per una maggiore comprensione del suo
significato patogenetico, non essendo ancora stata verificata l'ipotesi
che la UAE possa riflettere un passaggio trans-vascolare sistemico (non
solo renale) di macromolecole, incluse albumina e lipoproteine, determinanti
l'evoluzione della malattia aterosclerotica.
Antonio C. Bossi - Unità Operativa Malattie Metaboliche e Diabetologia,
Ospedali Riuniti di Treviglio
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