STATIN-INDUCED
CHOLESTEROL LOWERING AND PLAQUE REGRESSION AFTER 6 MONTHS OF MAGNETIC
RESONANCE IMAGING-MONITORED THERAPY
Lima JA, Desai
MY, Steen H, Warren WP, Gautam S, Lai S.
Circulation. 2004 Oct 19;110(16):2336-41
RIASSUNTO:
BACKGROUND:
Statin therapy reduces adverse outcomes, with a minimal decrease in vessel
stenosis. Magnetic resonance imaging (MRI) noninvasively detects atherosclerotic
plaque (AP) reduction. We hypothesized that statin-induced AP regression
can be monitored by MRI and detected earlier than previously reported
and is significantly associated with its lipid-lowering effect.
METHODS AND RESULTS: APs in thoracic aorta were measured by combined
surface/transesophageal MRI in 27 patients (treated with simvastatin 20
to 80 mg daily) before and after 6 months of therapy. AP volume and luminal
dimensions were measured from 6 cross sections used to construct a 2.4-cm
3D volume of the aorta that included plaque and lumen. Method reproducibility
was studied in 10 patients imaged twice, 1 week apart. AP volume was reduced
from 3.3+/-0.1.4 to 2.9+/-1.4 cm3 at 6 months (P<0.02), whereas luminal
volume increase was less accentuated (from 12.0+/-3.9 to 12.2+/-3.7 cm3,
P<0.06). LDL cholesterol decreased by 23% (from 125+/-32 to 97+/-27
mg/dL, P<0.05) in 6 months. AP regression (plaque volume/area reduction)
was significantly related to LDL cholesterol reduction (P<0.02 and
P<0.005, respectively), and luminal volume increase was inversely related
to LDL cholesterol reduction (P<0.04). Plaque volume measurement was
highly reproducible (intraclass correlation R=0.98 and variability=4.8%).
Intraobserver (0.91) and interobserver (0.81) concordances were documented
for plaque volume assessment.
CONCLUSIONS: AP regression and reverse remodeling can be detected
accurately by MRI 6 months after statin therapy initiation, and it is
strongly associated with LDL cholesterol reduction.
COMMENTO:
L'aterosclerosi rimane la principale causa di morte nelle società
industrializzate e la sua incidenza è destinata ad aumentare nelle
prossime due decadi. I benefici legati all'impiego di statine nella cura
dell'aterosclerosi sono già stati dimostrati chiaramente in numerosi
studi clinici. In particolare le statine riducono dal 30% al 40% i livelli
di colesterolo LDL, traducendosi in una diminuzione del numero di decessi
dal 25% al 30%. Tuttavia il miglioramento delle condizioni cliniche non
risulta proporzionale ad una riduzione parallela dei fenomeni di stenosi
dei grossi vasi sanguigni. Questa apparente discrepanza è ben spiegata
dai risultati di alcuni studi che documentano come la regressione della
placca sia accompagnata da una ridotta alterazione della stenosi luminale
in seguito ad un rimodellamento reversibile del vaso. Sebbene la regressione
della placca sia considerata l'aspetto più significativo dei benefici
clinici indotti dalle statine in prevenzione primaria e secondaria, i
meccanismi biochimici ed il tempo necessario non sono stati ancora completamente
chiariti. La visualizzazione diretta delle placche aterosclerotiche mediante
tecniche di immagine rappresenta una possibilità per cercare di
comprendere la patofisiologia della regressione delle placche in seguito
a terapia lipolipemizzante. I dati però di alcuni trial clinici
in cui è stata effettuata una valutazione della carotide e di altri
grossi vasi mediante ecografie e risonanze magnetiche suggeriscono che
tale beneficio diventa visibile solo dopo il primo anno di trattamento
con statine. Invece studi patologici hanno documentato modifiche nella
composizione della placca già dopo tre mesi l'inizio della terapia
lipolipemizzante.
Più recentemente in un piccolo lavoro in cui è stata impiegata
l'apolipoproteina A-I Milano per alzare i livelli di colesterolo HDL,
è stata osservata una regressione della placca mediante ultrasuoni
intravascolari dopo sole 6 settimane di assunzione di statine. Questi
risultati cambiano l'attuale idea di aterosclerosi come di un processo
cronico che evolve lentamente e che richiede una prolungata terapia lipolipemizzante
per regredire. Essi permettono anche di migliorare la comprensione del
meccanismo che sta alla base della regressione della placca aterosclerotica
indotta dalle statine, dovuta non soltanto alla riduzione dei livelli
di colesterolo LDL e/o colesterolo HDL, ma osservabile anche con terapie
che non influenzano direttamente i valori dei lipidi plasmatici. Alla
luce di queste valutazioni, alcuni ricercatori hanno avanzato la possibilità
di monitorare clinicamente l'azione delle statine sulla placca aterosclerotica
combinando la risonanza magnetica transesofagea (TEMRI) con quella di
superficie, nell'ambito di uno studio prospettico. Il lavoro ha coinvolto
27 soggetti (età media 69 anni, 77% di sesso maschile, 90% di razza
bianca) con aterosclerosi documentata in almeno un compartimento vascolare,
trattati con simvastatina (da 20 ad 80 mg) e monitorati per 6 mesi dopo
l'inizio della terapia. I risultati osservati sono schematizzati nelle
tabelle di seguito:
Parametro
|
Basale
|
Dopo
3 mesi
|
Dopo
6 mesi
|
Col-tot
|
203
± 38 mg/dL
|
184
± 38 mg/dL
|
173
± 33 mg/dL
|
Col-LDL
|
125
± 32 mg/dL
|
105
± 26 mg/dL
|
97
± 27 mg/dL
|
Col-HDL
|
48
± 15 mg/dL
|
n.n.
|
50
± 14 mg/dL
|
TG
|
146
± 80 mg/dL
|
n.n.
|
133
± 61 mg/dL
|
Parametro |
Basale |
Dopo 6 mesi |
P |
Volume placca |
3,3 ±
1,4 cm3 |
2,9 ±
1,4 cm3 |
P<0,02 |
Area placca |
1,63 ±
0,7 cm2 |
1,43 ±
0,69 cm2 |
P<0,02 |
Volume vaso
|
12,0 ±
3,9 cm3 |
12,2 ±
3,7 cm3 |
P<0,06 |
Area luminale
|
5,97 ±
1,8 cm2 |
6,05 ±
1,8 cm2 |
P=NS |
Questi dati dimostrano
che la regressione della placca aterosclerotica è osservabile fin
dal sesto mese di trattamento con simvastatina.
I ricercatori hanno poi condotto un'ulteriore analisi di regressione multipla
per stabilire se queste alterazioni della placca e del vaso interessato
siano correlate al grado di variazione dei livelli lipidici stimate nello
stesso periodo.
La regressione della placca e il rimodellamento del vaso presentano una
correlazione significativa con le variazioni di livelli di colesterolo
LDL, dopo correzione per età, sesso, storia familiare, presenza
di malattia coronarica, diabete e valori ematici di trigliceridi e di
colesterolo HDL. La regressione della placca, misurata in termini di riduzione
del volume della placca o dell'area della placca, risulta direttamente
proporzionale alla diminuzione dei livelli di colesterolo LDL (coefficienti
di regressione 7,07 [95% IC, 1,3-12,9] e 0,41 [95% IC, 0,13-0,69] rispettivamente;
P<0,02 e P<0,005 rispettivamente). Il contemporaneo aumento nel
volume del lume vascolare è invece inversamente proporzionale alla
riduzione dei livelli di colesterolo LDL (coefficiente di regressione
70,6 [95% IC, 3,3-137,9], P<0,04), mentre per l'area del lume, la correlazione
è risultata al limite dello statisticamente significativo (coefficiente
di regressione 2,9 [95% IC, 0,5-6,38], P<0,10).
Questo studio clinico prospettico dimostra dunque come la regressione
della placca aterosclerotica provocata dalle statine già dopo sei
mesi di terapia, sia direttamente correlata ai livelli di colesterolo
LDL e inversamente proporzionale al rimodellamento del vaso interessato.
Sono tuttavia necessarie ulteriori indagini per valutare se la riduzione
indotta da statine possa verificarsi in tempi più brevi (meno di
sei mesi), in relazione alla dose di farmaco somministrato e allo stato
di avanzamento del processo aterosclerotico.
Alberico L. Catapano e Alessandra Bertelli, Dipartimento di Scienze Farmacologiche,
Università degli Studi di Milano
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