ANTIOXIDANT VITAMINS AND CORONARY HEART DISEASE RISK: A POOLED ANALYSYS OF 9 COHORTS

Knekt P, Ritz J, Pereira MA, O'Reilly EJ, Augustsson K, Fraser GE, Goldbourt U, Heitmann BL, Hallmans G, Liu S, Pietinen P, Spiegelman D, Stevens J, Virtamo J, Willett WC, Rimm EB, Ascherio A.
Am J Clin Nutr. 2004 Dec;80(6):1508-20

Contesto:
Studi epidemiologici di coorte suggeriscono che un alto introito di vitamine antiossidanti riduca il rischio di malattia cardio-coronarica (CHD). I meccanismi che regolano questa associazione e correlazione restano, al momento attuale, poco chiari.

Riassunto:
Contesto: Studi epidemiologici di coorte suggeriscono che un alto introito di vitamine antiossidanti riduca il rischio di malattia cardio-coronarica (CHD). I meccanismi che regolano questa associazione e correlazione restano, al momento attuale, poco chiari.
Riassunto: Nel Pooling Project of Cohort Studies on Diet and Coronary Disease si è messo in evidenza la relazione tra l'assunzione di vitamina E, vitamina C e 5 carotenoidi con l'incidenza dei maggiori eventi per CHD (infarto fatale e non fatale) e mortalità cardio-coronarica.
La popolazione arruolata in questo studio apparteneva a 11 differenti coorti. Il follow-up ha avuto una durata di 10 anni durante i quali 4647 soggetti hanno sviluppato eventi maggiori di CHD; di questi 1888 sono andati incontro a morte. I criteri per poter essere inclusi a tale progetto erano: 1) un numero >= a 150 casi di CHD,
2) una raccolta dati determinante le abitudini alimentari dei partecipanti attraverso un'anamnesi alimentare (in 7 coorti) o la compilazione di un questionario (in 2 coorti) di cui in seguito ne fu verificava la validità e la riproducibilità attraverso uno strumento dieta-accertamento. Due delle popolazioni in studio furono escluse per mancanza di dati o a causa di un' assunzione non quantificabile di vitamine. Escludendo la popolazione che durante il periodo di follow-up ha sviluppato malattia cardio-coronarica o morte, il numero finale dei partecipanti allo studio è di 227243, il numero degli eventi è risultato pari a 3036 (1737 uomini e 1299 donne) mentre il numero dei decessi era 1364 (615 uomini e 749 donne). Tutti i nutrienti sono stati quantificati e standardizzati valutando l'introito calorico stimato in 2100 Kcal negli uomini e 1600 Kcal nelle donne.
In relazione all'assunzione di antiossidanti, per ogni modello è stato valutato, con la regressione di Cox, stratificando per età ed includendo l'introito calorico come variabile, l'incidenza di rischio relativo (RRs) per CHD. Una seconda analisi multivariata ha incluso fattori quali: il fumo, l' attività fisica, l' assunzione di alcool, l'IMC, il grado d'istruzione, e la presenza di diabete, ipercolesterolemia, ipertensione, e nelle donne in postmenopausa l'utilizzo di terapia estrogenica. Come terza variabile si è considerato l'assunzione attraverso la dieta di acidi grassi saturi, colesterolo, fibre, acido folico, vitamina B6, e flavonoidi. I risultati ottenuti mettono in evidenza una correlazione inversa, aggiustata per età, fra l'introduzione dietetica di vit. E, a-carotene, ß-carotene, luteina , ß-cryptoxantina e di carotene, aggiustato in base all'introito energetico, verso l'incidenza di tutti i maggiori eventi di CHD in una popolazione che non assumeva un supplemento vitaminico alla dieta. Dopo aggiustamento dei dati per i potenziali fattori dietetici e non, l'assunzione di vit.E risulta essere significativamente correlata con l'incidnza di CHD nelle donne (RR=0.76; 95% CI:0.65, 0.96; P del trend=0.04) ma non negli uomini (RR=0.91; 095% CI:0.71, 1.17; P del trend=0.65). L'assunzione di carotene è inversamente associato con l'incidenza di CHD in entrambi i sessi. Di tutti i carotenoidi considerati, l'unica correlazione si è ottenuta con la luteina.
L'assunzione di vitamine antiossidanti, sembra essere poco efficace nel modificare altri fattori (dietetico-comportamentali, stili di vita e patologie). Sul un totale di 56 analisi svolte, l'unica significatività trovata è quella fra l'assunzione di vit E e fibre e tra l'assunzione di ß-carotene e alcool.
L'incidenza di RRs per CHD nei soggetti ai quali, durante lo studio sono stati somministrati supplementi vitaminici farmacologici pari a <25 mg/die per la vitamina E ed 400-699 mg/die di vitamina C sono paragonabili rispetto ai soggetti che non ne assumevano rispettivamente di 0.87 (95%CI:0.78, 0.97; P del trend) e 0.72 (95%CI:0.62, 0.83; P del trend <0.001).
I risultati del presente studio suggeriscono, che alte dosi di vit C potrebbero ridurre l'incidenza di rischio per CHD negli uomini e nelle donne. Per ciò che concerne, invece, l'introduzione di vit E o luteina attraverso la dieta, l'ipotesi che questa riduca il rischio di CHD è debolmente supporta visto gli ancora discussi effetti delle vitamine antiossidanti.

Commento:
La composizione dietetica abituale ha un ruolo fondamentale nelle sviluppo delle malattie cardiovascolari. In diversi studi epidemiologici è stato chiaramente dimostrato come un consumo giornaliero di alcuni nutrienti (acidi grassi saturi, monoinsaturi, poliinsaturi) ricopra un importante ruolo nel condizionare il rischio cardiovascolare suggerendo, inoltre che un alto consumo dietetico di antiossidanti (frutta, verdura, cereali integrali, olio d'oliva e vino rosso) possa contribuire a migliorare la protezione di sviluppare CHD. Sebbene diversi studi hanno dimostrato gli effetti benefici degli antiossidanti ( vit. E, vit. C e carotenoidi) assunti attraverso la dieta gli ultimi trial d'intervento non confermano tali risultati, nonostante una somministrazione farmacologia supplementare di vitamine. Questi nuovi dati aprono, quindi, un'ampia discussione sulla modalità d'assunzione di questi composti.
L'aterosclerosi con tutte le sue manifestazioni cliniche (angina pectoris, infarto del miocardio, ictus ischemico) è la causa principale di morte nei Paesi Occidentali. Lo stadio iniziale dello sviluppo della lesioni aterosclerotiche è caratterizzato dall'accumulo locale di lipoproteine a bassa densità (LDL) e dall'infiltrazione di monociti nella parete arteriosa.
L'ossidazione del colesterolo LDL (ox-LDL) rappresenta un fattore importante per lo sviluppo delle cellule schiumose, delle strie lipidiche, della placca e quindi del rischio cardiovascolare. Le LDL per essere aterogene devono subire modificazioni chimiche e tra queste l'ossidazione. Gli antiossidanti sono in grado di ridurre queste modificazioni, l'aterogenesi e l'insorgenza dell'aterosclerosi e CHD. Risultati ottenuti da studi su larga scala hanno evidenziato il ruolo protettivo di vit E e C.
La vit. E è l'antiossidante biologico più importante per preservare l'integrità delle membrane della lipoperossidazione. Il termine vit.E è generico ed indica tutti i derivati tocotrienolici che mostrano l' attività biologica dell'a-tocoferolo. Questo gruppo di composti è altamente lipofilo e presente nelle membrane o nelle lipoproteine ed agisce come antiossidante, attraverso l'inibizione della perossidazione lipidica, tramite l'eliminazione dei perossi-radicali lipidici, con formazione di idrossiperossidi lipidici e di un radicale tocoferolico. L'a-tocoferolo cattura sulla membrana i radicali lipoperossilici, proteggendola dalla lipoperossidazione, rigenerato a sua volta dall'acido ascorbico (vitamina C).
La vit. C è il più efficace antiossidante idrosolubile presente nel plasma umano. Una volta che l'acido ascorbico è stato completamente ossidato, si formano apprezzabili quantità di idroperossidi lipidici, nonostante la presenza nel plasma di altri antiossidanti, come il b-carotene (agisce in sinergia con il tocoferolo ed in seguito si trasforma il vit A, dotata anch'essa di potere antiossidante) e l' a-tocoferolo. Concentrazioni fisiologiche di acido ascorbico possono prevenire l'ossidazione delle LDL attraverso differenti meccanismi: eliminazione diretta degli ossidanti idrosolubili; rigenerazione dell' a-tocoferolo associato alle LDL; inibizione del legame degli ioni metallici alle LDL; distribuzione degli idroperossidi lipidici preformati, ed inoltre la vit.C può influenzare altri processi (adesione dei leucociti e aggregazione piastrinica, moderato miglioramento del profilo lipidico, matrice extracellulare) che contribuiscono alla progressione dell'aterosclerosi e delle sue complicanze, anche se questi processi non sono sempre correlati agli stess ossidativi.
Da tutti gli studi effettuati, è emerso che l'azione protettiva esercitata dalle vitamine antiossidanti, non sempre si manifesta in maniera univoca ed inoltre restano da chiarire molteplici aspetti biochimici. Tuttavia l'approccio preventivo è sentito come una necessità per incidere in modo radicale sulla mortalità e morbosità legate alle malattie cardiovascolari. E' quindi utile tenere in considerazione il ruolo delle vitamine antiossidanti nella prevenzione delle cardiopatie.


Laura Redaelli, Centro Aterosclerosi, Ospedale Bassini, Università degli Studi di Milano