DIABETES
ENHANCES VULNERABILITY TO PARTICULATE AIR POLLUTION-ASSOCIATED IMPAIRMENT
IN VASCULAR REACTIVITY AND ENDOTHELIAL FUNCTION
IL DIABETE AUMENTA LA SUSCETTIBILITÀ ALL'INQUINAMENTO ATMOSFERICO
DA PARTICOLATO E AL CONSEGUENTE PEGGIORAMENTO DELLA REATTIVITÀ
VASCOLARE A DELLA FUNZIONE ENDOTELIALE
O'Neill
MS, Veves A, Zanobetti A, Sarnat JA, Gold DR, Economides PA, Horton ES,
Schwartz J.
Circulation. 2005 Jun 7;111(22):2913-20
ABSTRACT
Background: studi epidemiologici suggeriscono che i diabetici sono
suscettibili agli effetti cardiovascolari correlati all'esposizione all'inquinamento
atmosferico da particolato. La funzione endoteliale e vascolare è
deteriorata e può correlarsi ad aumentato rischio cardiovascolare.
In questo studio è stato valutato se la reattività vascolare
endotelio-dipendente o indipendente fosse associata all'esposizione di
particolato in soggetti con e senza diabete.
Metodi e Risultati: sono stati studiati 270 residenti dell'area
metropolitana di Boston, misurando i livelli di inquinamento ambientale
di aria (particolato fine [PM2.5], numero di particelle
e solfati [SO42- ]) rilevati a circa 500m dal luogo
di valutazione medica del paziente. La concentrazione di inquinanti è
stata studiata in relazione alla reattività vascolare. Le regressioni
lineari studiavano eventuali correlazioni tra il cambiamento percentuale
del diametro dell'arteria brachiale (flusso mediato e nitroglicerina mediato)
e alcuni predittori come l'indice di inquinamento da particolato, la temperatura,
la stagione, l'età, la razza, il sesso, l'abitudine al fumo e l'indice
di massa corporea. I modelli matematici sono stati prima adottati per
tutti i soggetti, poi si è provveduto a stratificare coloro con
diabete noto rispetto a quelli a rischio di diabete. Le medie di 6 giorni
di tutti e 4 i parametri ambientali erano associate con una ridotta reattività
vascolare solo in pazienti diabetici, non in soggetti "prediabetici".
Gli aumenti dei limiti interquartili di SO42- erano
associati con la riduzione flusso mediata (-10.7%; 95%CI, da -21.7 a -3.5)
e nitroglicerina-mediata (-5.4%; 95%CI da -10.5 a -0.1) della reattività
vascolare dei soggetti diabetici. Gli incrementi di carbone erano associati
a una riduzione flusso-mediata della reattività vascolare (-12.6%;
95%CI da -21.7 a -2.4) e il PM2.5 era associato
alla reattività nitroglicerino-mediata (-7.6%; 95%CI da -12.8 a
-2.1). Gli effetti erano più evidenti nei diabetici tipo 2 rispetto
ai tipi 1.
Conclusioni: il diabete conferisce vulnerabilità al particolato
associato alle centrali a carbone e al traffico.
COMMENTO
Ll'inquinamento
atmosferico è stato associato alla mortalità cardiovascolare,
ai ricoveri per malattie cardiovascolari e respiratorie. I pazienti diabetici
sono particolarmente sensibili agli effetti dell'inquinamento ambientale.
La funzione endoteliale è alterata nei diabetici e può correlarsi
ad aumentato rischio cardiovascolare. Alcuni studi epidemiologici hanno
suggerito una relazione tra la reattività vascolare endotelio-dipendente
e gli eventi cardiaci, come la morte cardiovascolare, l'infarto miocardio,
l'ictus ischemico, l'angina instabile ecc., mentre non sono state trovate
relazioni con la reattività endotelio-indipendente. Questo lavoro
(che raggruppa dati di 4 studi del prestigioso "Joslin Diabetes Center")
ha valutato se i diabetici (270 pazienti dell'area metropolitana di Boston)
hanno un maggior rischio derivante dall'inquinamento atmosferico. Sono
stati esclusi dall'arruolamento soggetti con gravi complicanze diabetiche,
fumatori, cardiopatici, vasculopatici, ipertesi o dislipidemici non controllati
(valori clinici e terapie dovevano essere stabili per almeno 6 mesi),
coloro che erano in trattamento con ASA o FANS. I pazienti hanno effettuato
i tests medici presso la sede ospedaliera, mentre le rilevazioni dei contaminanti
atmosferici sono state effettuate dalla vicina Scuola di Sanità
di Harvard (situata a circa ½ Km. di distanza). Ricordiamo che
il particolato ultrafine è espressione dell'inquinamento da traffico
locale, le particelle di carbone riflettono l'inquinamento da traffico
(specialmente da motori diesel) sia locale, sia distante; i solfati rappresentano
l'inquinamento da centrali termiche. L'inquinamento dell'area di Boston,
tra l'altro, è relativamente basso, se confrontato con i livelli
medi americani. Purtroppo non sono stati registrati i dati di tutti i
pazienti partecipanti agli studi in relazione all'uso di alcool o di farmaci,
né sono documentati i valori pressori e metabolici concomitanti
alle rilevazioni di funzione endoteliale: gli Autori riferiscono, peraltro,
di non aver fatto selezioni "a priori", per cui l'errore di
registrazione non dovrebbe avere interferenze con le misurazioni statistiche
(molto complesse e stratificate) che hanno considerato anche le condizioni
climatiche stagionali. Dai dati dei pazienti notiamo subito l'elevata
percentuale di fumatori, specie tra i diabetici tipo 2 (46%), che sono
anche più sovrappeso (BMI medio 31) e di età più
elevata rispetto agli altri gruppi. Le risposte ai tests vascolari, comunque,
confermano che i diabetici hanno ridotta reattività agli stimoli
arteriosi (risposte flusso mediate o indotte da nitrato). Le correlazioni
tra inquinanti e gruppi di pazienti hanno dimostrato una associazione
positiva tra particolato e reattività nitroglicerino-mediata nei
soggetti a rischio di diabete, invece si è riscontrata una associazione
negativa tra tutte le misurazioni di particolato con entrambe le reattività
vascolari nel gruppo diabetici. Così gli Autori, in discussione,
possono dedurre che l'osservata relazione inversa tra inquinamento atmosferico
e reattività vascolare nei soggetti diabetici offre dimostrazione
che i meccanismi endotelio-dipendenti e -indipendenti possono contribuire
agli effetti vascolari (e cardiovascolari) dell'inquinamento sul diabete:
questa è la prima osservazione pubblicata di alterazione della
funzione vasomotoria umana indotta da inquinanti ambientali. La correlazione
più significativa è quella tra la dilatazione flusso-mediata
e le particelle di solfato (espressione di inquinamento da centrali termiche),
pur se altri lavori (effettuati in soggetti sani, in ambiente isolato,
esposti a inalazione di inquinanti) contrastano con tale evidenza. Probabilmente
è la stessa "sensibilità" dei diabetici a determinare
tale relazione inversa; inoltre, questo studio ha considerato esposizioni
prolungate agli inquinanti, mentre rilevazioni in "camera" possono
studiare solo brevi periodi di esposizione. Per comprendere il meccanismo
sotteso ai risultati osservati, gli Autori ricordano che la risposta flusso-mediata
dipende sia dalla risposta endoteliale, sia da quella muscolare. Una ridotta
risposta "acuta" ad inquinanti ambientali può essere
dovuta a fattori endoteliali, quali una minor produzione di NO o una sua
minor disponibilità per eccesso di anioni superossidi collegati
all'infiammazione da particolato e al susseguente stress ossidativi. Entrambe
le risposte vascolari sono attenuate se la risposta della muscolatura
liscia al nitrossido è ridotta, come accade dopo attivazione della
guanilato ciclasi o per aumentata formazione di angiotensina II. I diabetici
possono essere più vulnerabili all'effetto acuto degli inquinanti
atmosferici per molte ragioni: infiammazione cronica/stress ossidativo,
alterazione dei mediatori vasoattivi arteriosi, rimodellamento vascolare.
I livelli di angiotensina II e endotelina-1 possono già essere
elevati nei diabetici tipo 2 e un aumento di superossidi nell'endotelio,
causato dall'inquinamento da particolato, può saturare il sistema,
bloccare l'NO e ridurre la risposta vascolare flusso-mediata. L'iperglicemia
di per sé può indurre stress ossidativo, riducendo la disponibilità
di NO. L'infiammazione cronica e lo stress ossidativo sono più
pronunciati nel diabete tipo 2 rispetto al tipo 1: questi meccanismi sono
coinvolti nell'aumentare la sensibilità individuale all'inquinamento
atmosferico. Questo studio conferma una maggior vulnerabilità per
i diabetici tipo 2, mentre coloro "a rischio" di diabete (che
non presentano correlazioni significative tra reattività vascolare
ed esposizione ad inquinanti) sembrano dar corpo all'ipotesi che siano
necessari "anni" di diagnosi perché siano evidenti i
danni vascolari della malattia diabetica. La ridotta dilatazione flusso-mediata
è fortemente correlata con la risposta flusso-mediata coronarica
e con aumentati livelli di PCR. L'inquinamento, riducendo la dilatazione
flusso-mediata, può quindi provocare patologia coronaria in pazienti
vulnerabili, come i soggetti diabetici.
Antonio C. Bossi - Unità Operativa Malattie Metaboliche e Diabetologia,
Ospedali Riuniti di Treviglio
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