RELATION
BETWEEN THE CHANGES IN PHYSICAL ACTIVITY AND BODY-MASS INDEX DURING ADOLESCENCE:
A MULTICENTRE LONGITUDINAL STUDY
Sue
YS Kimm, Nancy W Glynn, Eva Obarzanek, Andrea M Kriska, Stephen R Daniels,
Bruce A Barton, Kiang Liu
Lancet. 2005 Jul 23-29;366(9482):301-7.
ABSTRACT:
BACKGROUND: The role of physical activity in preventing obesity during
adolescence remains unknown. We examined changes in activity in relation
to changes in body-mass index (BMI) and adiposity in a cohort of 1152
black and 1135 white girls from the USA, who were followed up prospectively
from ages 9 or 10 to 18 or 19 years.
METHODS: BMI and sum of skinfold thickness were assessed annually, whereas
habitual activity was assessed at years 1 (baseline), 3, 5, and 7-10.
Each girls' overall activity status was categorised as active, moderately
active, or inactive. Longitudinal regression models examined associations
between changes in activity and in overall activity status with changes
in BMI and in sum of skinfold thickness.
FINDINGS: Each decline in activity of 10 metabolic equivalent [MET]-times
per week was associated with an increase in BMI of 0.14 kg/m2 (SE 0.03)
and in sum of skinfold thickness of 0.62 mm (0.17) for black girls, and
of 0.09 kg/m2 (0.02) and 0.63 mm (0.13) for white girls. At ages 18 or
19 years, BMI differences between active and inactive girls were 2.98
kg/m2 (p<0.0001) for black girls and 2.10 kg/m2 (p<0.0001) for white
girls. Similar results were apparent for sum of skinfold thickness. For
moderately active girls, changes in BMI and sum of skinfold thickness
were about midway between those for active and inactive girls.
INTERPRETATION: Changes in activity levels of US girls during adolescence
significantly affected changes in BMI and adiposity. Thus, preventing
the steep decline in activity during adolescence is an important method
to reduce obesity.
COMMENTO:
La notevole riduzione di attività fisica nell'adolescenza, rappresenta
una delle principali cause di obesità. Questo è quanto emerso
in uno studio condotto dal National Heart, Lung and Blood Institute, chiamato
Growth and Health Study che ha messo in evidenzia come una diminuzione
di attività fisica durante l'adolescenza porti ad un aumento dell'indice
di massa corporea (IMC) e dell'adiposità. Lo studio è stato
condotto su 2287 adolescenti, seguite dall'età di 9-10 anni fino
ai 18-19. Durante il periodo di studio alle ragazze è stato chiesto
di compilare un questionario in merito alle proprie abitudini legate all'attività
fisica. In base alle risposte sono stati definiti 3 livelli di attività:
attive (30 min. di camminata veloce per 5 o più volte alla settimana),
inattive (attività fisica pari o inferiore a 2/5 volte alla settimana)
e moderatamente attive (se non rientravano nelle categorie precedenti).
L'apporto energetico è stato stimato da dei nutrizionisti ed inoltre
una volta ogni dodici mesi le ragazze venivano sottoposte a misurazione
di IMC e plica cutanea per valutare la % di massa grassa. I risultati
ottenuti mostrano una significativa relazione tra l'attività fisica
e l'IMC. Vi è una netta tendenza all'aumento di sovrappeso ed obesità
con l'abbandono dell'attività fisica, nonostante l'apporto calorico
non venisse modificato. Risulta quindi evidente come l'incremento di attività
fisica possa prevenire l'aumento di peso nel periodo adolescenziale.
L'obesità è una complessa patologia cronica multifattoriale
che deriva dall'interazione di fattori genetici ed ambientali, coinvolgendo
fattori sociali, comportamentali, culturali, fisiologici, metabolici e
genetici. La presenza di sovrappeso ed obesità rappresenta un probema
medico poiché determina un incremento del rischio per numerose
patologie cardio-vascolari e per diabete tipo II oltre che ad un aumento
in generale della mortalità. Esiste un'ampia varietà di
opzioni efficaci per la gestione del soggetto in sovrappeso o con obesità
anche se l'intervento combinato della dieta ipocalorica, con l'attività
fisica sembra essere il modello comportamentale più efficace nella
perdita di peso, bisogna inoltre considerare che l'attività fisica
da sola è in grado di aumentare la fitness cardio-respiratoria,
e ridurre il grasso addominale.
Il sovrappeso e l'obesità rappresentano un importante problema
per la salute pubblica e quindi una malatia sociale con tutte le ricadute
sulla vita di relazione dei soggetti affetti da tale patologia ed a fronte
di tale considerazione è lecito chiedersi se è possibile
prevenire l'obesità. Studi clinici su bambini con obesità
confermano l'ipotesi che questa possa essere prevenuta. Infatti è
stato dimostrato che il trattamento comportmentale efficace durante il
passaggio dall'infanzia all'adolescenza riduce sensibilmente il numero
di bambini che mantengono il sovrappeso nell'età adulta. L'associazione
tra obesità e morbosità non è esclusiva del soggetto
adulto. Gradi elevati di obesità, soprattutto nell'adolescente,
si associano infatti ad intolleranza glucidica, fino al diabete tipo II,
ipertensione arteriosa, dislipidemia, patologia osteo-articolare, disturbi
relazionali e psicologici. La strategia d'intervento prevede modificazione
del comportamento nutrizionale e motorio atto a raggiungere valori di
IMC compresi tra 18.5 e 24.9 e valori di circonferenza addominale >102
negli uomini e <88 nelle donne.
Incoraggiare gli adolescenti a svolgere più movimento potrebbe,
quindi, essere uno strumento di primaria importanza nella prevenzione
dell'obesità e nell'insorgenza di malattie croniche nell'età
adulta.
Laura Redaelli, Centro Aterosclerosi, Ospedale Bassini, Università
degli Studi di Milano
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