Effetto della simvastatina sul PVD nello studio HPS

Randomized trial of the effects of cholesterol-lowering with simvastatin on peripheral vascular and other major vascular outcomes in 20,536 people with peripheral arterial disease and other high-risk conditions
Heart Protection Study Collaborative Group.

J Vasc Surg 2007;45:645-654
Diapositive

Abstract:
OBJECTIVES: The Heart Protection Study (HPS) provides an opportunity to assess directly the effects of cholesterol-lowering therapy on major vascular events (defined as myocardial infarction, coronary death, stroke, or revascularization) in patients with peripheral arterial disease (PAD). In addition, the effects on peripheral vascular events (ie, non-coronary revascularization, aneurysm repairs, major amputations or PAD deaths) can be assessed. METHODS: 6748 UK adults with PAD and 13,788 other high-risk participants were randomly allocated to receive 40 mg simvastatin daily or matching placebo, yielding an average LDL cholesterol difference of 1.0 mmol/L (39 mg/dL) during a mean of 5 years. RESULTS: For participants with PAD, allocation to simvastatin was associated with a highly significant 22% (95% CI 15-29) relative reduction in the rate of first major vascular event following randomisation (895 [26.4%] simvastatin-allocated vs 1101 [32.7%] placebo-allocated; P < .0001), which was similar to that seen among the other high-risk participants. The absolute reduction in first major vascular event was 63 (SE 11) per 1000 patients with PAD and 50 (SE 7) per 1000 without pre-existing PAD. Overall, among all participants, there was a 16% (5-25) relative reduction in the rate of first peripheral vascular event following randomisation (479 [4.7%] simvastatin vs 561 [5.5%] placebo), largely irrespective of baseline LDL cholesterol and other factors. This effect chiefly reflects a 20% (8-31) relative reduction in non-coronary revascularization procedures (334 [3.3%] vs 415 [4.0%]; P = .002). CONCLUSION: HPS demonstrates the benefits of cholesterol-lowering statin therapy in patients with PAD, regardless of their presenting cholesterol levels and other presenting features. Allocation to 40 mg simvastatin daily reduces the rate of first major vascular events by about one-quarter, and that of peripheral vascular events by about one-sixth, with large absolute benefits seen in participants with PAD because of their high vascular risk. Consequently, statin therapy should be considered routinely for all patients with PAD.

Commento:
Le attuali linee guida suggeriscono una raccomandazione di classe I per ridurre i livelli di colesterolo LDL (lipoproteine a bassa densità) al di sotto di 100 mg/dL in tutti i pazienti con malattia arteriosa periferica (PAD), ed una raccomandazione di classe II per ridurre tali livelli al di sotto di 70 mg/dL nei pazienti a rischio molto elevato di eventi ischemici.
Si può definire la malattia vascolare periferica "ad alto rischio" quando viene coinvolto più di un letto vascolare, ad esempio la presenza concomitante di una storia clinica di malattia coronarica o cerebro-vascolare. L'evidenza primaria di queste raccomandazioni scaturisce dalla pubblicazione iniziale dello studio HPS (Heart Protection Study) che valutava i benefici del trattamento con simvastatina in oltre 20.000 pazienti ad alto rischio. Nella pubblicazione erano riportati i risultati relativi a 6.748 pazienti con PAD nei quali si osservava una riduzione degli eventi cardiovascolari fatali e non fatali simile a quella riscontrata nei pazienti con altre forme di aterosclerosi in seguito alla assunzione di simvastatina. Una meta-analisi recente sulla terapia ipolipemizzante in pazienti ad alto rischio ha evidenziato un beneficio marcato nella riduzione del rischio di eventi cardiovascolari in una grande parte di popolazione di pazienti ed un alto range di livelli di colesterolo LDL al basale. Questo giustifica un ampio consenso al trattamento con i farmaci ipolipemizzanti di tutti i pazienti a rischio, indipendentemente dal loro profilo lipidico basale.
La pubblicazione sul Journal of Vascular Surgery dell'Heart Protection Study Collaborative Group sottolinea i vantaggi della terapia ipolipemizzante, in particolare nei pazienti con PAD. L'evidenza nuova e più importante è da individuarsi nella riduzione significativa delle rivascolarizzazioni non coronariche. I risultati hanno inoltre confermato l'entità dei benefici osservati in tutta la popolazione studiata (compresi i pazienti con PAD senza malattia arteriosa coronarica pre-esistente) e i vantaggi ottenuti indipendentemente dai livelli di colesterolo LDL al basale. Non si sono evidenziati benefici della terapia ipolipemizzante nella prevenzione delle amputazioni, conseguenza forse dello stadio avanzato della patofisiologia nei pazienti che avevano subito l'amputazione di un arto.
Il messaggio è chiaro, tutti i pazienti con PAD sono ad alto rischio e rientrano nei criteri di utilizzo della terapia ipolipemizzante. Il beneficio di questa terapia è essenzialmente sistemico (prevenzione degli eventi cardiovascolari severi) ma anche locale (riduzione della necessità di rivascolarizzazione).

Alberico L. Catapano, Dipartimento di Scienze Farmacologiche, Università degli Studi di Milano




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