Torcetrapib
e IMT: lo studio Radiance
Torcetrapib and
carotid intima-media thickness in mixed dyslipidaemia (RADIANCE 2 study):
a randomised, double-blind trial
Bots ML, Visseren FL, Evans GW, Riley WA, Revkin JH, Tegeler CH, Shear
CL, Duggan WT, Vicari RM, Grobbee DE, Kastelein JJ; RADIANCE 2 Investigators.
Lancet 2007;370:153-60
Abstract:
BACKGROUND: Patients with mixed dyslipidaemia have
raised triglycerides, low high-density lipoprotein (HDL) cholesterol,
and high low-density lipoprotein (LDL) cholesterol. Augmentation of HDL
cholesterol by inhibition of the cholesteryl ester transfer protein (CETP)
could benefit these patients. We aimed to investigate the effect of the
CETP inhibitor, torcetrapib, on carotid atherosclerosis progression in
patients with mixed dyslipidaemia. METHODS: We did a randomised double-blind
trial at 64 centres in North America and Europe. 752 eligible participants
completed an atorvastatin-only run-in period for dose titration, after
which they all continued to receive atorvastatin at the titrated dose.
377 of these patients were randomly assigned to receive 60 mg of torcetrapib
per day and 375 to placebo. We made carotid ultrasound images at baseline
and at 6-month intervals for 24 months. The primary endpoint was the yearly
rate of change in the maximum intima-media thickness of 12 carotid segments.
Analysis was restricted to 683 patients who had at least one dose of treatment
and had at least one follow-up carotid intima-media measurement; they
were analysed as randomised. Mean follow-up for these patients was 22
(SD 4.8) months. This trial is registered with ClinicalTrials.gov, number
NCT00134238. FINDINGS: The change in maximum carotid intima-media thickness
was 0.025 (SD 0.005) mm per year in patients given torcetrapib with atorvastatin
and 0.030 (0.005) mm per year in those given atorvastatin alone (difference
-0.005 mm per year, 95% CI -0.018 to 0.008, p=0.46). Patients in the combined-treatment
group had a 63.4% relative increase in HDL cholesterol (p<0.0001) and
an 17.7% relative decrease in LDL cholesterol (p<0.0001), compared
with controls. Systolic blood pressure increased by 6.6 mm Hg in the combined-treatment
group and 1.5 mm Hg in the atorvastatin-only group (difference 5.4 mm
Hg, 95% CI 4.3-6.4, p<0.0001). INTERPRETATION: Although torcetrapib
substantially raised HDL cholesterol and lowered LDL cholesterol, it also
increased systolic blood pressure, and did not affect the yearly rate
of change in the maximum intima-media thickness of 12 carotid segments.
Torcetrapib showed no clinical benefit in this or other studies, and will
not be developed further.
Commento:
Requiem
per il torcetrapib? Dopo i risultati negativi sulla progressione delle
lesioni coronariche (New Engl J Med, 356, 1304, 2007 - Abstract
e diapositive) e dell'aterosclerosi carotidea in pazienti con ipercolesterolemia
familiare (New Engl J Med, 356, 1620, 2007), arriva questo nuovo studio
che conferma l'inefficacia del torcetrapib sull'evoluzione dell'ispessimento
medio-intimale delle carotidi in pazienti con dislipidemia mista. Ma non
si tratta solo di inefficacia. Almeno in due sui tre studi di imaging,
l'aggiunta del torcetrapib all'atorvastatina si è associata ad
una maggiore incidenza di eventi cardiovascolari rispetto ai gruppi trattati
solo con l'atorvastatina. Dati questi che ben si accordano con l'unico
studio clinico lanciato allo scopo di verificare se l'aumento delle HDL
prodotto dal torcetrapib, determinasse una riduzione della morbilità
e mortalità per malattie cardiovascolari (JACC, 48, 1782, 2006),
studio che è stato prematuramente interrotto per un eccesso di
mortalità proprio nel gruppo in terapia con torcetrapib. Il torcetrapib
è un inibitore della proteina di trasporto lipidico (CETP) e determina
un aumento delle HDL di circa il 60%. E' sicuramente il farmaco più
attivo in questo senso, ma l'aumento delle HDL che è stato puntualmente
osservato in tutti gli studi non ha prodotto gli attesi effetti sull'evoluzione
dell'aterosclerosi e sugli eventi clinici susseguenti. Si è supposto
che la mancata risposta protettiva fosse dovuta all'aumento della pressione
arteriosa che è un ben noto effetto collaterale del farmaco, probabilmente
sganciato dall'azione principale di inibizione del CETP, ma è difficile
sostenere che l'aumento della pressione, statisticamente significativo,
ma contenuto in pochi mmHg, possa avere controbilanciato l'effetto protettivo
di un forte aumento delle HDL. Il fallimento del torcetrapib non implica
un ripensamento sul ruolo protettivo delle HDL nei confronti dell'aterosclerosi.
Il trasporto inverso del colesterolo è la funzione biologica delle
HDL e fornisce una solida base alla consistente mole di dati osservazionali
che hanno sempre confermato una relazione inversa tra livello di HDL ed
incidenti cardiovascolari. E' piuttosto da ripensare se l'inibizione del
CETP sia il modo giusto per aumentare la concentrazione di HDL. L'interferenza
con uno dei passaggi chiave del complesso metabolismo delle lipoproteine
potrebbe portare all'aumento della produzione di HDL funzionalmente non
efficienti. In altri termini, l'aumento della concentrazione plasmatica
di HDL attraverso l'inibizione del CETP sarebbe solo un effetto cosmetico
che non determinerebbe un più efficiente trasporto inverso del
colesterolo. In effetti, nelle famiglie con mutazioni del CETP, il livello
di colesterolo HDL è molto elevato, ma non sembra associarsi ad
una minore incidenza di malattie cardiovascolari.
Domenico Sommariva
- Divisione di Medicina Interna 1, Ospedale G. Salvini, Garbagnate Milanese
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