NUOVE RACCOMANDAZIONI PER DIAGNOSI, VALUTAZIONE E TRATTAMENTO DELL'IPERTENSIONE RESISTENTE


RESISTANT HYPERTENSION: DIAGNOSIS, EVALUATION, AND TREATMENT. A SCIENTIFIC STATEMENT FROM THE AMERICAN HEART ASSOCIATION PROFESSIONAL EDUCATION COMMITTEE OF THE COUNCIL FOR HIGH BLOOD PRESSURE RESEARCH
Calhoun DA, Jones D, Textor S, Goff DC, et al.
Hypertension, pubblicato on line il 7 aprile 2008



Un nuovo statement dell'American Heart Association afferma che fino al 20%-30% dei pazienti ipertesi soffre di una forma "resistente", ma non riceve attenzione nelle linee guida formali, probabilmente perchè non sono studiati nei trial clinici. La definizione di questa ipertensione deriva del fatto che la pressione arteriosa rimane superiore al target terapeutico malgrado terapie in associazione con tre agenti distinti e richieda quattro principi attivi per raggiungere un controllo accettabile.

L'ipertensione resistente rappresenta un problema clinico comune che viene affrontato sia dai medici di base che dagli specialisti. Nonostante sia sconosciuta la prevalenza esatta dell'ipertensione resistente, i trial clinici indicano che non è rara, coinvolgendo forse il 20%-30% dei partecipanti agli studi.
Poichè l'età avanzata e l'obesità sono due dei fattori di rischio maggiori per l'ipertensione resistente, è probabile che la sua incidenza cresca proporzionalmente all'aumentare dell'età e del peso della popolazione.
La prognosi di ipertensione resistente è ignota, ma il rischio cardiovascolare è indubbiamente maggiore quando i pazienti hanno una storia di ipertensione severa a lungo termine, complicata da altri fattori multipli di rischio cardiovascolare come obesità, apnea notturna, diabete e malattie renali croniche.
La diagnosi di ipertensione resistente necessita dell'uso di una buona tecnica di misurazione della pressione arteriosa per confermare livelli alti e persistenti.
Le pseudo-resistenze, quali un mancato controllo della pressione secondario alla scarsa aderenza farmacologia o l'ipertensione da camice bianco, devono essere escluse.
L'ipertensione resistente è quasi sempre multifattoriale nella sua eziologia.
Un trattamento di successo richiede l'identificazione e il cambiamento degli stili di vita che contribuiscono alla resistenza al trattamento, la diagnosi ed un appropriato trattamento delle cause secondarie di ipertensione e l'uso di efficaci regimi multi-farmaco.
I pazienti con ipertensione resistente non stati finora molto studiati come sottogruppo. Le stime osservazionali hanno consentito l'identificazione delle caratteristiche demografiche e degli stili di vita associati a questa patologia ed è ben documentato il ruolo delle cause secondarie dell'ipertensione nel contribuire alla resistenza alla terapia; è, tuttavia, ancora mancante l'identificazione di meccanismi più ampi che sottendono il trattamento della resistenza. In particolare, sono limitati i tentativi di spiegare la cause genetiche potenziali dell'ipertensione resistente.
Le raccomandazioni sul trattamento farmacologico dell'ipertensione resistente rimangono generalmente empiriche per la mancanza di valutazioni sistematiche di combinazioni di tre o quattro farmaci.
Gli studi dell'ipertensione resistente sono limitati dall'alto rischio cardiovascolare dei pazienti di questo sottogruppo, che generalmente preclude un abbandono sicuro dei farmaci, dalla presenza di processi patologici multipli (es: apnea notturna, diabete, malattie croniche renali, malattie aterosclerotiche) e delle terapie mediche a questi associate, che confondono l'interpretazione dei risultati degli studi, e dalla difficoltà di arruolare un ampio numero di partecipanti agli studi.
Ampliare le nostre conoscenze sulle cause dell'ipertensione resistente e, di conseguenza, garantire modalità di prevenzione e di trattamento maggiormente efficaci, sarà indispensabile per migliorare la gestione clinica a lungo termine di questa patologia.

Fonte: SEFAP Servizio di Epidemiologia e Farmacologia Preventiva www.sefap.it