Basse LDL, cancro e terapia ipolipemizzante

Nelle ultime settimane, e trovate ampio riferimento a queste pubblicazioni nell'ultima SISA Update, c'è stata ampia discussione sulla relazione esistente tra bassi livelli di colesterolo LDL e Tumori.

Le analisi specifiche svolte per valutare gli effetti della terapia ipolipemizzante sull'insorgenza di tumori, sia con statine che con l'associazione ezetimibe più statine dimostra, al di là di ogni ragionevole dubbio, che la terapia ipolipemizzante non ha nulla a che vedere con le morti per cancro e o l'insorgenza di nuovi tumori (Peto R et al.).
Queste argomentazioni si basano su una serie di dati che vanno dalla non specificità del sito di insorgenza dei tumori alla loro numerosità. Inoltre, a parità di livelli di LDL, l'incidenza di tumori è più bassa nel gruppo di pazienti trattati con statine. Questi dati nel loro insieme portano a concludere che la terapia con statine ed in genere quella ipolipemizzante, a fronte di una riduzione marcata del colesterolo LDL, non è associata con un aumentato rischio di cancro.

Ma quale può essere la spiegazione dell'associazione tra bassi livelli di LDL e il rischio di cancro riportate da tempo in letteratura? Esistono molte spiegazioni, ma la più ragionevole appare correlata alla osservazione che la presenza di tumore può portare una riduzione del colesterolo LDL sino a 10 anni prima della sua individuazione clinica. Quindi tra i soggetti arruolati per studi di popolazione possono rientrare individui che hanno bassi livelli di LDL portatori di un tumore non clinicamente rilevato. Questa osservazione può spiegare in gran parte l'associazione basse LDL - tumori ed è specialmente vero per le leucemie, ed altri tumori del sistema ematopoietico. I tumori esprimono per la loro necessità di crescita rapida alti livelli di recettori per le LDL. Un basso livello di LDL circolanti è quindi la conseguenza, non la causa. (Steinberg D)

D'altro canto bisogna ricordare che in questi studi anche dopo aver eliminato tutti i tumori che emergono nei primi 5 anni di osservazione c'è un piccolo eccesso residuo di sviluppare tumori nel gruppo con basse LDL. Ma, come detto in precedenza, ci sono evidenze che la relazione tra basse LDL e tumori possa arrivare a 10 anni. E' opportuno inoltre ricordare una serie di altre patologie quali steatosi epatica, cirrosi e alcoolismo che predispongono allo sviluppo di tumori e possono portare a bassi livelli di LDL. (Steinberg D)

La domanda, quindi, è: un basso livello di LDL comporta un rischio maggiore di tumori? La risposta è NO. Molti mammiferi vivono con livelli LDL tra 40-50 per tutta la loro vita. Alla nascita nell'uomo i livelli di LDL sono in un range bassissimo (30/40 mg/dL) e alcuni pazienti con ipobetalipoproteinemia sono addirittura longevi con LDL compresi tra 10/20 mg/dL. Dal punto di vista biologico - biochimico, i livelli di LDL nel plasma necessari per una saturazione del 50% dei recettori LDL nel plasma è nell'ordine dei 10 mg/dL. Ed a 40 mg/dL. LDL i recettori sono tutti saturati. Quindi le cellule possono rifornirsi di tutto il colesterolo di cui hanno bisogno con livelli di colesterolo LDL circolanti molto bassi.

Ritengo dunque che non ci debbano essere dubbi che l'obiettivo di livelli di colesterolo LDL compresi tra 50-70 mg/dL in soggetti a rischio cardiovascolare molto alto non aumenti l'incidenza di altre patologie ma porti un beneficio nella riduzione degli eventi cardiovascolari.

Alberico L. Catapano, Dipartimento di Scienze Farmacologiche, Università degli Studi di Milano