Perdita
di peso con una dieta a basso contenuto di carboidrati
Weight loss with
a low-carbohydrate, Mediterranean, or low-fat diet
Shai I, Schwarzfuchs D, Henkin Y, Shahar DR, Witkow S, Greenberg I, Golan
R, Fraser D, Bolotin A, Vardi H, Tangi-Rozental O, Zuk-Ramot R, Sarusi
B, Brickner D, Schwartz Z, Sheiner E, Marko R, Katorza E, Thiery J, Fiedler
GM, Blüher M, Stumvoll M, Stampfer MJ; Dietary Intervention Randomized
Controlled Trial (DIRECT) Group.
N Engl J Med 2008;359:229-41
Diapositive
Abstract:
BACKGROUND: Trials comparing the effectiveness
and safety of weight-loss diets are frequently limited by short follow-up
times and high dropout rates. METHODS: In this 2-year trial, we randomly
assigned 322 moderately obese subjects (mean age, 52 years; mean body-mass
index [the weight in kilograms divided by the square of the height in
meters], 31; male sex, 86%) to one of three diets: low-fat, restricted-calorie;
Mediterranean, restricted-calorie; or low-carbohydrate, non-restricted-calorie.
RESULTS: The rate of adherence to a study diet was 95.4% at 1 year and
84.6% at 2 years. The Mediterranean-diet group consumed the largest amounts
of dietary fiber and had the highest ratio of monounsaturated to saturated
fat (P<0.05 for all comparisons among treatment groups). The low-carbohydrate
group consumed the smallest amount of carbohydrates and the largest amounts
of fat, protein, and cholesterol and had the highest percentage of participants
with detectable urinary ketones (P<0.05 for all comparisons among treatment
groups). The mean weight loss was 2.9 kg for the low-fat group, 4.4 kg
for the Mediterranean-diet group, and 4.7 kg for the low-carbohydrate
group (P<0.001 for the interaction between diet group and time); among
the 272 participants who completed the intervention, the mean weight losses
were 3.3 kg, 4.6 kg, and 5.5 kg, respectively. The relative reduction
in the ratio of total cholesterol to high-density lipoprotein cholesterol
was 20% in the low-carbohydrate group and 12% in the low-fat group (P=0.01).
Among the 36 subjects with diabetes, changes in fasting plasma glucose
and insulin levels were more favorable among those assigned to the Mediterranean
diet than among those assigned to the low-fat diet (P<0.001 for the
interaction among diabetes and Mediterranean diet and time with respect
to fasting glucose levels). CONCLUSIONS: Mediterranean and low-carbohydrate
diets may be effective alternatives to low-fat diets. The more favorable
effects on lipids (with the low-carbohydrate diet) and on glycemic control
(with the Mediterranean diet) suggest that personal preferences and metabolic
considerations might inform individualized tailoring of dietary interventions.
(ClinicalTrials.gov number, NCT00160108.)
Commento:
Basso apporto
di grassi, basso apporto di carboidrati o dieta bilanciata nel trattamento
dell'obesità? Su questo argomento si è detto di tutto, ma
la battaglia tra i sostenitori dei vari modelli dietetici non accenna
a placarsi. Questa volta è un gruppo di ricercatori israeliani
a proporre una studio comparato sugli effetti di 3 diete: una dieta classica
ipocalorica a basso contenuto di grassi (30% delle calorie), una dieta
di tipo mediterraneo con circa il 35% delle calorie da grassi per lo più
monoinsaturi, anch'essa ipocalorica ed una dieta a basso contenuto in
carboidrati, senza restrizione calorica, che nella prima fase di 2 mesi
prevedeva un apporto di carboidrati di soli 20 g al giorno, con un aumento
progressivo fino ad un massimo di 120 g al giorno nella fase di mantenimento.
I risultati in termini di calo ponderale a 2 anni dall'inizio della dieta
sono stati in media: -3.3 Kg nel primo gruppo, -4.6 Kg nel secondo gruppo
e -5.5 Kg nel gruppo in dieta ipoglucidica. In termini percentuali, la
diminuzione di peso è stata rispettivamente del 4%, 5% e 6%. Niente
di esaltante ed i risultati sono ben lontani dagli obiettivi terapeutici
che le linee guida delle Società Scientifiche indicano in almeno
il 10%. Di un certo interesse le variazioni dei parametri metabolici nei
3 gruppi di dieta. Una maggiore riduzione del rapporto colesterolo totale/colesterolo
HDL (principalmente per un aumento più marcato del colesterolo
HDL) e dei trigliceridi nel gruppo a dieta ipoglucidica ed una maggiore
riduzione della glicemia nel gruppo a dieta mediterranea, ma limitatamente
ai pazienti diabetici. Difficile trarre conclusioni diverse da quelle
usuali e cioè che l'influenza maggiore sul calo ponderale è
da attribuire più alla riduzione complessiva dell'apporto calorico
che alla distribuzione dei macronutrienti. Anche se la dieta ipoglucidica
era stata proposta senza apparente restrizione calorica, di fatto l'introito
calorico giornaliero medio al termine dei 2 anni era di 550 Kcal più
basso del basale, non diverso da quello della dieta ipolipidica (-573
Kcal) e della dieta mediterranea (-373 Kcal). Le diete ipoglucidica e
mediterranea sembrano più efficaci nel mantenere il calo ponderale
nel lungo periodo, ma in sostanza i 3 modelli dietetici hanno dato risultati
sovrapponibili. Rimane però spazio per la scelta ragionata di uno
dei 3 modelli di dieta in presenza di disturbi del metabolismo glucidico
e lipidico. Negli altri casi, la scelta può essere individuale,
in base alle preferenze ed alle abitudini alimentari del soggetto a cui
la dieta viene proposta. E' utile ricordare che l'aderenza alla dieta
rappresenta pur sempre il problema maggiore nel trattamento dell'obesità.
Se una dieta è gradita, è più facile che sia accettata
e seguita. Nello studio di Shai e Coll., la percentuale di drop out è
stata del 22% nel gruppo a dieta ipoglucidica contro il 15% nel gruppo
a dieta mediterranea ed il 10% nel gruppo a dieta ipolipidica. Sembrerebbe
che la dieta ipoglucidica fosse la meno gradita.
Domenico
Sommariva - Divisione di Medicina Interna 1, Ospedale G. Salvini, Garbagnate
Milanese
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