MECCANISMO D'AZIONE DEI FARMACI IPOLIPEMIZZANTI
PTA - Prevenzione & Terapia dell'Aterosclerosi
Volume 4 - numero 2 - 2007

Accanto alla riduzione dei livelli plasmatici di colesterolo anche la riduzione dei livelli plasmatici di trigliceridi e l’aumento dei livelli plasmatici di colesterolo HDL sono due obiettivi importanti nella terapia delle dislipidemie. La classe di farmaci di elezione in questo caso è quella dei fibrati, che agiscono come agonisti dei recettori nucleari PPAR-alfa.
Le malattie cardiovascolari rappresentano la causa principale di morbilità in tutto il mondo, in particolare
nelle nazioni “sviluppate”, ma con un numero sempre maggiore di casi anche in quelle attualmente in via di sviluppo. La correlazione tra livelli plasmatici di colesterolo LDL e rischio cardiovascolare è stata dimostrata in modo inequivocabile sia da studi osservazionali che da studi di intervento. Questi ultimi hanno documentato l’esistenza di un rapporto dose-risposta tra riduzione della colesterolemia e riduzione del rischio cardiovascolare, tanto da identificare la colesterolemia LDL come fattore causale dell’aterosclerosi.
Gli inibitori dell’enzima idrossimeti-glutarilcoenzimaA-reduttasi, comunemente chiamati statine, rappresentano al giorno d’oggi i mezzi farmacologici più efficaci per ridurre selettivamente la colesterolemia LDL, permettendo di ottenere una significativa riduzione degli eventi. Tali farmaci inducono, inoltre, un miglioramento generale del profilo lipidico riducendo i trigliceridi ed aumentando, con vari livelli d’efficacia, il colesterolo legato alle HDL.
Bisogna tuttavia ..
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Meccanismo d'azione dei farmaci ipolipemizzanti

Alberico L. Catapano - Dipartimento di Scienze Farmacologiche, Università degli Studi di Milano