SIMVASTATIN
ENHANCES HEPATIC NITRIC OXIDE PRODUCTION AND DECREASES THE HEPATIC VASCULAR
TONE IN PATIENTS WITH CIRRHOSIS
Zafra C, Abraldes
J.G, Bosch J. et al.
Gastroenterology 2004; 126:749-755
RIASSUNTO:
CONTESTO
E OBIETTIVI In caso di cirrosi epatica, un insufficiente rilascio
di ossido nitrico contribuisce ad un aumento della resistenza epatica
e della pressione portale. I ricercatori hanno ipotizzato che simvastatina,
che favorisce la fosforilazione della ossido nitrico sintasi akt-dipendente
dell'endotelio, possa aumentare il rilascio dell'ossido nitrico epatico
e diminuire la resistenza epatica nei pazienti con cirrosi e ipertensione
portale.
METODI Lo studio è stato condotto seguendo due distinti
protocolli; secondo il protocollo 1, in 13 soggetti sono stati valutati
i seguenti parametri: il gradiente della pressione venosa epatica (HVPG),
il flusso sanguigno epatico (HBF), la pressione arteriosa media (MAP),
l'output cardiaco e i livelli serici dei derivati dell'ossido nitrico
(NOx, NO2- e NO3-) al basale e dopo 30 e 60 minuti dalla somministrazione
di 40 mg di simvastatina. Secondo il protocollo 2, 17 soggetti sono stati
randomizzati al trattamento con placebo o con simvastatina (40 mg) 12
ore e 1 ora prima dell'inizio dello studio. Dopo la valutazione, al basale,
del gradiente della pressione venosa epatica, del flusso sanguigno epatico
e della concentrazione serica di ossido nitrico, i pazienti hanno assunto
un pasto liquido e gli stessi parametri sono poi stati misurati a distanza
di 15, 30 e 45 minuti, rispettivamente.
RISULTATI Nel protocollo 1, simvastatina non ha modificato il gradiente
della pressione epatica venosa mentre ha aumentato il flusso sanguigno
a livello del fegato (21% ± 13% a 30 minuti; p=0,01) e diminuito
la resistenza sinusoidale del 14% ± 11% (p=0,04). Le concentrazioni
di ossido nitrico sono aumentate in modo significativo a livello del sangue
venoso epatico (da 31,4 ± 12,3 nmol/mL, a 35,8 ± 10,7 nmol/mL;
p=0,04) ma non nel sangue periferico. I valori emodinamici sistemici non
sono stati modificati. Nel protocollo 2, il pre-trattamento con simvastatina
ha attenuato in modo significativo l'aumento postprandiale del gradiente
di pressione venosa epatica (aumento del picco medio 10% ± 9% vs
21% ± 6% nel caso di placebo; p=0,01). L'aumento del flusso sanguigno
epatico è risultato simile nei due gruppi; la produzione epatica
di ossido nitrico è cresciuta nei soggetti trattati con simvastatina
ma non tra quelli che hanno assunto il placebo.
CONCLUSIONI Nei pazienti con cirrosi l'assunzione di simvastatina
aumenta l'output epatosplancnico di ossido nitrico e diminuisce la resistenza
epatica.
COMMENTO:
L'ipertensione portale rappresenta una conseguenza pressoché
inevitabile di un danno epatico avanzato e risulta direttamente o indirettamente
responsabile di maggiori complicanze cliniche, quali il sanguinamento
per la rottura di varici esofagee, una delle cause di morte di soggetti
con cirrosi. Un'aumento della resistenza epatica è il primo fenomeno
patofisiologico responsabile dell'ipertensione portale che si osserva
in caso di cirrosi. Sebbene tradizionalmente considerato come una conseguenza
meccanica della distruzione dell'architettura vascolare del fegato provocata
dal processo cirrotico, un aumento del tono vascolare epatico contribuisce
ad accrescere la resistenza epatica e la pressione portale nel fegato
con cirrosi.
Studi in modelli sperimentali di cirrosi suggeriscono che il rilascio
di ossido nitrico (NO) endoteliale risulta alterato a livello della microcircolazione
epatica e ciò potrebbe rappresentare un importante fattore che
contribuisce ad accrescere la resistenza osservabile in un fegato cirrotico.
In aggiunta, una così insufficiente disponibilità di NO
potrebbe spiegare l'incapacità del sistema vascolare intraepatico
di vasodilatarsi in risposta ad un aumento acuto del flusso sanguigno
portale che si verifica, ad esempio, durante i pasti. Questa disfunzione
endoteliale potrebbe poi essere aggravata da uno stato di iperglicemia
e ipertrigliceridemia postprandiali.
Alcuni soggetti con cirrosi presentano livelli di ossido nitrico sintasi
endoteliale (eNOS) inalterati, alcuni invece hanno livelli ridotti, mentre
in tutti si osserva una diminuzione uniforme dell'attività della
eNOS epatica. È noto che le statine, farmaci che inibiscono l'attività
della 3-idrossi-3-metil coenzima A reduttasi, riducono l'incidenza di
complicanze dell'aterosclerosi, attraverso un effetto ipocolesterolemizzante.
Esse, inoltre, riducono lo stress ossidativo e lo stato infiammatorio
a livello della parete dei vasi; possiedono proprietà antitrombotiche
e stimolano la funzione endoteliale, accrescendo la produzione di NO nelle
cellule endoteliali. In questo lavoro i ricercatori hanno ipotizzato che
nei pazienti con cirrosi le statine potrebbero accrescere la produzione
di NO nella microcircolazione epatica, diminuendo in tal modo la resistenza
del fegato. Lo studio ha coinvolto 30 soggetti con cirrosi epatica, 13
(9 maschi e 4 femmine) inclusi nel protocollo 1 e 17 (14 maschi e 3 femmine)
nel protocollo 2; l'obiettivo del protocollo 1 era quello di stimare gli
effetti di una singola dose di simvastatina (40 mg) sulla circolazione
epatica e sistemica, mentre nel protocollo 2 lo scopo era quello di studiare
gli effetti della statina (40 mg in due dosi; n=9) o del placebo (10 mg
di lattato in due dosi; n=8) sulla vasodilatazione a livello epatico che
si verifica durante i pasti.
Un'insufficiente produzione di NO da parte delle cellule endoteliali della
microcircolazione epatica sembra essere il fattore principale coinvolto
nell'aumento della resistenza epatica che caratterizza la cirrosi. Aumentare
quindi il rilascio di NO a livello della circolazione epatica potrebbe
rappresentare una via per risolvere questa resistenza vascolare; i nitrati
organici (isosorbide-5-mononitrato) rappresentano infatti già da
anni una cura per le complicanze da cirrosi, anche se i loro effetti vasodilatatori
sistemici potrebbero esacerbare l'ipotensione sistemica dei pazienti cirrotici
con conseguenti effetti sulla funzionalità renale.
Recentemente è stato osservato in vitro come simvastatina, un inibitore
dell'Idrossimetil coenzima A reduttasi, induca rapidamente una fosforilazione
akt-dipendente della NO sintasi delle cellule endoteliali (eNOS), con
conseguente aumento della sintesi di NO endoteliale. Tali effetti risultano
evidenti già dopo soli 15 minuti dall'esposizione al farmaco. Simvastatina
riduce inoltre l'espressione di caveolina-1, una proteina inibitoria della
eNOS, la cui sovraespressione nel fegato contribuisce a diminuire l'attività
della eNOS e la conseguente produzione di NO. Partendo da queste osservazioni
si può quindi ipotizzare che la somministrazione di simvastatina
potrebbe ridurre la resistenza epatica osservabile in caso di cirrosi,
mediante un aumento della sintesi di NO nelle cellule endoteliali epatiche.
Dai dati emersi da questo studio si può concludere che nei pazienti
con cirrosi e ipertensione portale, simvastatina aumenta in modo marcato
i livelli di NO nelle vene epatiche e riduce la resistenza epatica, senza
però ridurre la pressione portale, a causa del contemporaneo aumento
del flusso sanguigno epatico (HBF). Queste variazioni emodinamiche sono
mediate soprattutto da una up-regulation nella produzione di NO a livello
endoteliale, indotta dal farmaco.
I livelli di NO nella vena epatica aumentano, dopo un pasto, solo nei
soggetti pre-trattati con simvastatina e non in quelli che hanno assunto
placebo e ciò indica che la statina non solo ha aumentato la produzione
di basale di NO, ma ha anche ristabilito una vasodilatazione dopo un aumento
del volume ematico causato da iperemia postprandiale.
Questi dati non evidenziano un diretto potenziale terapeutico di simvastatina,
vista soprattutto l'assenza di una riduzione della pressione portale.
Sebbene ci siano numerosi dati che indicano che strategie basate sull'apporto
supplementare di NO favoriscano gli effetti dei farmaci beta-bloccanti
sulla pressione portale, resta ancora da dimostrare se effettivamente
le statine possano avere tale effetto. Si può comunque concludere
che in pazienti con cirrosi e ipertensione portale, simvastatina aumenta
l'output epatosplancnico di ossido nitrico e diminuisce la resistenza
epatica, senza effetti deleteri sulla circolazione sistemica.
Alberico L. Catapano e Alessandra Bertelli, Dipartimento di Scienze Farmacologiche,
Università degli Studi di Milano
|