Deficit
di androgeni e disfunzione endoteliale in soggetti in dialisi
Androgen deficiency
and endothelial dysfunction in men with end-stage kidney disease receiving
maintenance hemodialysis
D Karakitsos, AP Patrianakos, E. De Groot,J Boletis, A Karabinis, J Kyriazis,
G Samonis, FI Perthenakis, PE Vardas, E Daphnis.
Am J of Nephrol, 2006;26: 536-54
Abstract:
OBJECTIVES AND METHODS: Two thirds of men with
end-stage kidney disease (ESKD) have serum testosterone levels in the
hypogonadal range. We examined if low serum testosterone levels were correlated
with measures of endothelial dysfunction in ESKD. Bilateral common carotid
artery (CCA) intima-media thickness (IMT) and atherosclerotic plaque occurrence,
left ventricular mass index, flow- (FMD) and nitrate-mediated vasodilatation
(NMD) of the brachial artery were determined by ultrasound imaging in
100 nondiabetic men with ESKD (50 men exhibited androgen deficiency; serum
testosterone concentrations <300 ng/dl). RESULTS: Left-ventricular
mass index, CCA diameter, CCA-IMT and atherosclerotic plaque occurrence
were all significantly increased in ESKD patients with androgen deficiency
compared with patients without androgen deficiency (p < 0.05). Also,
FMD and NMD measurements were significantly reduced in the former compared
with the latter (p < 0.05). Testosterone levels were inversely correlated
with age and duration of hemodialysis therapy (r = -0.44 and r = -0.55;
p < 0.001). Testosterone levels were negatively correlated to CCA-IMT
and atherosclerotic plaque occurrence in patients with androgen deficiency
(r = -0.32, p < 0.003, and r = -0.23, p < 0.04, respectively). FMD
and NMD measurements were positively correlated to total (r = 0.65 and
r = 0.61; both p < 0.0001) and free (r = 0.52 and r = 0.48; both p
< 0.001) testosterone levels in patients with low androgenicity. CONCLUSION:
The present results indicated that ESKD patients with androgen deficiency
had increased CCA-IMT, atherosclerotic plaque occurrence and reduced FMD
and NMD compared with patients without androgen deficiency. Testosterone
serum levels were negatively correlated to CCA-IMT and positively correlated
to endothelium-dependent vasodilatation in ESKD patients with androgen
deficiency.
Commento:
Gli ormoni
steroidei sono derivati dal nucleo della struttura del colesterolo. Sono
prodotti dalle gonadi e dalle ghiandole surrenali. In particolare, nell'uomo
vengono sintetizzati in grande quantità dalle cellule interstiziali
di Leydig del testicolo, mentre nella donna sono prodotti dalle cellule
della teca e dello stroma ovarico (e in gravidanza dalla placenta), dove
costituiscono il substrato chimico per la sintesi degli estrogeni da parte
delle cellule della granulosa ovarica. Sono metabolizzati e resi idrosolubili
dal fegato; successivamente vengono escreti per via renale. Le malattie
da alterata secrezione di androgeni hanno manifestazioni diverse a seconda
dell'età di insorgenza: per esempio, la carenza di androgeni determina
nel maschio adulto impotenza, sterilità e regressione dei caratteri
sessuali; un loro eccesso causa in età infantile pubertà
precoce e nella donna segni di virilizzazione. Nella terapia per l' ipogonadismo
maschile, il criptorchidismo, l'impotenza sessuale, l'osteoporosi, il
carcinoma mammario e gli stati di debilitazione organica, vengono usati
androgeni di sintesi, più attivi e stabili. Gli androgeni influenzano
il comportamento e l'atteggiamento psicologico del soggetto verso l'aggressività,
atteggiamento che è legato ad aumentata insorgenza di malattie
cardiovascolari.
Poco è noto sul ruolo che gli ormoni sessuali rivestono nella patogenesi
dell'aterosclerosi. Se da un lato è riconosciuta l'importanza cardioprotettiva
degli estrogeni nella donna, meno indagato è il ruolo degli androgeni
nell'uomo.
Lo studio greco che commento è stato condotto in pazienti uomini
emodializzati, una popolazione la cui mortalità cardiovascolare
è dominante. In questi pazienti è documentata la presenza
di disfunzione endoteliale, che potrebbe essere legata, oltre che ad un
alto rischio cardiovascolare, a bassi livelli di androgeni plasmatici.
In questi pazienti infatti la carenza di androgeni è una patologia
molto comune e deriva da anomalie a tutti i livelli dell'asse ipotalamico.
Tale carenza è coinvolta nella sarcopenia (riduzione di massa muscolare),
nell'infertilità, nella ginecomastia e nella disfunzione erettile,
patologie spesso presenti in pazienti emodializzati.
I 100 pazienti in studio hanno meno di 50 anni, non sono in sovrappeso,
hanno valori pressori nella norma e vengono suddivisi in 2 gruppi a seconda
che presentino livelli di testosterone maggiori o minori di 300 ng/dL.
Tra i due gruppi, nessuna differenza di età, durata della dialisi,
abitudine al fumo, prevalenza di ipertensione, valori pressori, indice
di massa corporea.
Se tra i due gruppi non vi è differenza significativa nella frazione
di eiezione, i pazienti con testosterone<300 ng/dL mostrano ipertrofia
ventricolare ed ectasia aortica, ispessimento medio intimale alle carotidi
e più alta frequenza di placca, disfunzione vascolare sia endotelio
che non endotelio mediata. Per quanto riguarda il quadro lipidico, questi
pazienti hanno HDL più basse e trigliceridi più alti rispetto
ai pazienti con livelli di testosterone nella norma. Come ci si può
attendere, presentano anche più alti livelli di LH.
Il dato a mio avviso più interessante sono le correlazioni tra
2 marker di aterosclerosi quali IMT e funzione endoteliale e livelli di
testosterone, correlazioni valide solo per i pazienti con bassi androgeni.
Il fatto che queste correlazioni non siano più valide a normali
livelli di androgeni è la riprova che tali ormoni in qualche modo
siano implicati nella patogenesi dell'aterosclerosi.
Il meccanismo alla base sicuramente coinvolge la sensibilità ai
nitrati da parte dell'endotelio, infatti correlano tra loro in modo significativo
anche risposta a isosorbide dinitrato e livelli di testosterone.
In letteratura esistono altri lavori in cui viene indagato il ruolo degli
androgeni nella donna e i risultati confermano anche nella donna il ruolo
protettivo che tali ormoni rivestono, sia a livello di spessore carotideo
che di funzione endoteliale. A supporto di questi dati, altri lavori documentano
che il trattamento con androgeni migliori la funzione endoteliale sia
flusso-mediata che mediata da somministrazione di nitroglicerina, ma sembra
che ad alte dosi svolgano invece azione pro-aterogena. Un altro gruppo
di ricercatori ha osservato che in giovani donne con livelli di estrogeni
nella norma, alti livelli di testosterone sono associati a malattia cardio-coronarica.
Un gruppo svedese ha poi osservato che i livelli di estrogeni negli uomini
di mezza età (n=300) sono predittori indipendenti della progressione
di aterosclerosi (come IMT carotideo), insieme a LDL e HDL.
Nella donna, gli estrogeni probabilmente hanno azione diversa a seconda
dell'età riproduttiva: sembra che la carenza di estrogeni in età
fertile sia associata a presenza di cardiopatia nell'età post-menopausa.
I vantaggi più marcati sono stati rilevati però nel periodo
peri-menopausa, in cui il rischio cardiovascolare nelle donne trattate
con la terapia sostitutiva viene addirittura dimezzato. Per contro, nelle
donne di età più avanzata non si coglie un miglioramento
dello status cardiovascolare, probabilmente per un effetto di up-regulation
sui mediatori di infiammazione e sulla stabilità di placca.
Le evidenze scientifiche degli ultimi dieci anni hanno dimostrato che
le differenze biologiche tra uomo e donna non sono solo spiegabili attraverso
i livelli di ormoni steroidei, ma esistono anche differenze tissutali
e cellulari che mediano le risposte diverse agli stimoli. Nei vasi, gli
androgeni sembrano agire in un modo sesso-specifico, con effetti differenti
sulle cellule maschili o femminili. Questa regolazione diversa richiede
chiarimenti e studi in modo da sviluppare terapie delle malattie cardiovascolari
più specifiche e mirate.
Sara Raselli, Centro
Studi Aterosclerosi - SISA Lombardia, Ospedale Bassini, Cinisello Balsamo
(MI)
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